Quando il padrone è in vacanza

trucchi ed informazioni per andare in ferie senza doverci portar dietro i nostri amici
(articolo del 18/1/2003)


in partenza? Introduzione: chiunque arrivi alle tanto sospirate ferie, avendo in casa un piccolo zoo, si trova di fronte al classico dilemma: come far passare ai propri amici 2-3 settimane senza cibo? Quando ero giovane ed inesperto risolvevo l'enigna portandomi dietro tutto!!! Il risultato è sempre stato un grosso stress, per me e per i miei animali.
Crescendo ho maturato un bagaglio di esperienza che mi ha permesso di partire serenamente per le ferie... e da solo! Ma allora cosa fare?
La risposta a questo quesito non può essere necessariamente generica, ma andrà 'meditata' volta per volta in base alla specie ospitata. Non sono sicuramente in grado di dare indicazioni omnicomprensive, tuttavia penso potrà essere ugualmente utile qualche suggerimento in base alla mia esperienza. Come sempre vi invito a completare questo capitolo, assai utile, con qualsiasi altra informazione/trucchetto.

Specie e necessità: come la maggior parte di voi sanno, le varie famiglie e sottofamiglie di rettili, anfibi ed artropodi hanno necessità alimentari diverse sia per tipologia di alimento che per quantità. Queste variazioni sono legate solitamente al tipo di ambiente colonizzato: animali abituati a vivere in zone con climi stabili e cibo abbondante tenderanno ad alimentarsi quotidianamente, senza abbuffarsi e soprattutto senza fare scorte adipose (es. animali della foresta pluviale). Va da sé che molte di queste specie saranno poco 'preparate' ad affrontare un digiuno e non potranno passare periodi superiori alla settimana senza cominciare a risentirne. Certo, nulla a che vedere con mammiferi ed uccelli che patiscono già dopo solo 24 ore! Esempi caratteristici di questo tipo di amici insoliti sono rappresentati dalle Dendrobates, ma anche da numerosi piccoli sauri, anche non strettamente tropicali (es. anolis, camaleonti e lucertole).
Dall'altra parte della 'barricata' troviamo invece specie abituate a climi estremi, animali che possono permettersi pochi mesi di attività all'anno in cui devono fare scorte per i tempi di 'magra'. Anfibi come le rane cornute e sauri deserticoli, come le Pogone, sono decisamente resistenti agli strapazzi alimentari potendo digiunare per settimane senza risentirne.
Tutte le regole sono passibili di eccezioni e quindi interrompo qui la mia introduzione generale per riferirvi specificamente le osservazioni fatte sui miei animali. Ancora una volta vi prego di darmi una mano, ogni vostra esperienza servirà a rendere più completa, e quindi utile, questa pagina!

Serpenti: comincio dai più facili, infatti gli ofidi annoverano le specie più resistenti al digiuno. A parte le dovute eccezioni, infatti, questi nostri amici possono trascorrere tre mesi di digiuno assoluto senza alcun problema; è chiaro che soggetti debilitati non saranno altrettanto resistenti, ma tutte le considerazioni che sto facendo partono dal presupposto che alla vostra partenza il vostro amico sia bello pingue!
Come dicevo ci sono delle notevoli eccezioni: moltissime specie acquatiche come il genere Natrix, Nerodia e Thamnophis, nonchè i piccoli Opheodrys, hanno un metabolismo più rapido che consente loro una limitata capacità di digiunare, a queste specie sconsiglio di far affrontare periodi superiori alle 3 settimane senza cibo e comunque solo ad esemplari adulti. Un accorgimento da adottare con i serpenti consiste nel permettere loro di alimentarsi a sazietà proprio alla vigilia della nostra partenza, così, a pancia piena, passerà minimo una settimana prima che cominci il vero periodo di digiuno.
Tornando alle specie sopradescritte, potremo facilmente ovviare alla loro scarsa resistenza, fornendo una scorta di cibo vivo: se i serpenti acquatici sono ospitati in un acquaterrario adatto allo scopo, potranno coabitare per giorni con i pesci che serviranno loro da cibo. Lo stesso dicasi per gli Opheodrys il cui terrario potrà essere riempito con una scorta di grilli adeguata, badando bene di fornire anche il cibo e l'acqua per i grilli stessi (se no rischiate che cadano ed affoghino nell'acqua potabile del vostro serpentello inquinandogliela).

Accade poi che alcuni colubri, una volta raggiunta la taglia adulta, si auto-limitino nell'assunzione del cibo: i miei Lampropeltis t. sinaloae, ad esempio, da 'piccole fogne' si erano trasformati in mangiatori morigerati nutrendosi (abbondantemente) solo in primavera ed autunno, restando quindi a digiuno volontario per mesi!

Sauri: niente a che vedere coi serpenti, la maggior parte di loro non 'ama' digiunare per più di 7-10 giorni. Tra i miei sauri posso comunque descrivere situazioni estreme. Le Riopa sono ben attrezzate per affrontare un lungo digiuno: la loro coda infatti accumula una grande quantità di nutrienti divenendo grossa e muscolosa, quando serve cederà le sue energie e lo scinco potrà restare digiuno per mesi. Questa è la ragione per cui esemplari di cattura arrivano solitamente al negozio con code piuttosto magre se non pelle/ossa! Il discorso non vale per i loro piccoli la cui coda ha proporzioni 'da lucertola' e non può accumulare molte energie. Comunque devo anche dire che, mentre di inverno questi animali mangiano poco o nulla, d'estate sono vere fogne ed è bene lasciar loro un po' di insetti di scorta liberi per il terrario.
Delle Pogone ho già detto qualcosa: se ben nutrite non avranno problemi di cibo, ma non dimenticate l'acqua, infatti spesso questi sauri rifiutano di bere da una ciotola e si accontentano dell'acqua presente nel cibo. Va da se che 'niente cibo = niente acqua', per ovviare semplicemente a questo problema lascerete a disposizione un bel cespo d'insalata a bagno in un sottovaso. In questo modo l'insalata durerà per settimane ed il vostro drago si disseterà mangiandone le foglie.
Le piccole anolis sono più problematiche, come avrete letto nell'articolo che le riguarda l'approvvigionamento idrico si risolve ponendo nel terrario dei beverini per uccelli. Per il cibo la cosa migliore è preparare delle larve di mosca impupate in giorni successivi per una decina di giorni, così alla vostra partenza le immetterete nel terrario ottenendo una fonte di cibo che continuerà a schiudere autonomamante per una quindicina di gioni (anche di più se ponete nel terrario un piccolo contenitore con del miele che nutrirà sia gli anolis che le mosche!).
Le Phelsuma le allevo da poco, ma devo dire che mi sembrano esenti da ogni problema: la loro coda accumula naturalmente un discreto strato di adipe di riserva. Con l'aggiunta di una buona scorta di sostanze zuccherine e magari una coltura di drosofile o una scatoletta di grillini in schiusa potete partire senza problemi per 3 settimane. Dimenticavo l'acqua: usate beverini come per le anolis ovvero, se nel tarrario ci sono delle bromelie, riempitene i calici fogliari con dell'acqua ed è fatta!
I camaleonti forse sono i meno propensi al digiuno, tuttavia, purchè non abbiate una femmina in cinta o dei neonati, potranno resistere per una settimana senza problemi. Io ai miei calyptratus la scorsa estate ho lasciato un bel cespo d'insalata (stile Pogona) come stuzzichino e riserva idrica. Tornavo una volta alla settimana per somministrare insetti e sono così trascorse 3 settimane senza problemi. Non mi sembra che gli animali fossero provati e forse avrebbero potuto resistere anche più a lungo, ma visto che non ero lontano perchè rischiare? Anche in questo caso comunque potete ricorrere al trucchetto delle mosche 'a schiusa progressiva' che ho descritto per le anolis.
Beh, non voglio farla troppo lunga, per riassumere: scinchi, gechi e sauri deserticoli saranno sempre i più resistenti e non avranno problemi (sempre se il loro tessuto adiposo caudale è bello 'tondetto'). Gli altri si potranno adattare con una adeguata scorta di cibo che conviva nel loro terrario e comunque potranno affrontare sempre senza problemi una settimana di digiuno assoluto.

Cheloni: le tartarughe hanno resistenze spesso paragonabili a quelle dei serpenti. Le mie sperienze con questi animali sono limitate e quindi ho poco da raccontare. Resta il fatto che le testuggini terrestri si accontentano di un prato e quindi si possono arrangiare se avete uno spazio all'aperto. In caso contrario è impensabile lasciare frutta matura durante l'estate, ma potreste piantare del radicchio da taglio in un vaso che metterete nella teca delle vostre tartarughe alla partenza così almeno per un po potranno nutrirsi e poi ... digiuneranno senza risentirne per settimane. Come sempre tutti questi discorsi si riferiscono ad animali sani e ben nutriti. Mi sento di poter comunque affermare che non c'è tartaruga che soffra per un digiuno di 2-3 settimane.

Urodeli: potrei liquidarli subito... e lo faccio!
Tritoni e salamandre sopportano infatti il digiuno senza problema alcuno. Semmai d'estate divengono spontaneamente inappetenti perchè soffrono il caldo! In caso casa vostra sia esposta a temperature superiori ai 27°C (che sono già torridi per la maggior parte degli urodeli) sarebbe utile spostare i vostri amici in garage o in un frigo con temperature opportune (6-8°C, ma alcune specie gradiscono i classici 4°C!). Al freddo staranno benissimo ed il rallentamento metabolico non farà soffrir loro la fame. Evitate però di farli passare bruscamente da 27° a 7°C, una simile escursione, se rapida, provoca emolisi e quindi anemia!

Anuri: qui il discorso si fa molto variabile e legato alla geografia. Documentatevi bene sui vostri animali! Quelli delle foreste pluviali non potranno digiunare a lungo (organizzatevi quindi lasciando a disposizione colture di drosofile e/o mosche a schiusa progressiva), soprattutto attrezzate il terrario con riserve d'acqua in modo che non si sciughi disidratando a morte i vostri animali. Le altre specie sono in grado di resistere a digiuni più o meno prolungati. Quelle di climi temperati come le nostre digiuneranno senza problema per 2-3 settimane (mi riferisco sempre ad esemplari adulti), mentre quelle legate a cicli stagionali monsonici (es. molte specie africane come frinomeri ed iperoli) potranno digiunare anche più a lungo se state allevandoli nella 'fase secca', mentre andranno trattati come le specie 'pluviali' se sono nella fase umida (quindi fatevi due conti anticipati su come regolare la loro stagionalità!).

Artropodi: impossibile generalizzare su di un Phylum così vasto! In genere nessun aracnide o insetto soffre il breve digiuno di una settimana, ma in questo caso è vero tutto ed il contrario di tutto: un bruco in crescita necessita di cibo in continuazione, un nostro piccolo scorpione può digiunare un mese senza problemi (ma guai farlo disidratare!). Insomma non ho veri suggerimenti, posso solo dirvi che molti artropodi legati a climi temperati sopportano facilmente di essere riposti in frigo per il periodo delle nostre ferie, salvo poi riprendere la loro attività da dove l'avevano interrotta al loro 'sbrinamento'! I tropicali non si adattano al freddo e spesso muoiono proprio quando li si riporta a temperatura ambiente.
Per i fasmidi non trovavo problema a lasciar loro un rigoglioso cespo di rovo, che trovavo puntualmente rosicchiato fin alla corteccia!
Di mio non ho molto da aggiungere, spero che il buon Giuseppe di Torino, che mesi fa mi disse che avrebbe scritto qualcosa su questo sito, voglia un giorno illuminarci con le sue molteplici esperienze entomologiche (non te la prendere se ti punzecchio) ... e che tutti voi, dopo, seguiate il suo esempio!


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