Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Piccoli, discreti e interessanti: gli insetti acquatici nostrani

Articolo di Leonardo Ancillotto

Le mie esperienze con l'allevamento di piccoli invertebrati d'acqua dolce (e il mio interesse nei loro riguardi) sono cominciate in modo del tutto casuale ed inaspettato. Stavo sul greto di un fiume cercando delle alghe e, quando tirai fuori il retino appena passato sotto una roccia, vuotandone il contenuto in un barattolo vidi un animale che a tutt'oggi non perdo occasione di allevare e che mi ha "iniziato" a questo micro-cosmo...

Notonecta sp.

Pochi la notano, ancora meno la riconoscono...si tratta della notonetta (in Italia vivono la Notonecta maculata e la N. glauca), un emittero acquatico dalle caratteristiche davvero particolari.
Lunghe non più di un paio di centimetri, le Notonette possiedono un apparato boccale succhiatore che, come del resto in tutti gli emitteri, denota una dieta carnivora "vampiresca" e abitudini predatorie. Ma la caratteristica che più rende particolari le Notonette è sicuramente la locomozione: mentre all'asciutto (dove raramente si recano) sono goffe e vulnerabili, in acqua sono agilissime, e si muovono "a pancia in su" appena sotto il pelo dell'acqua, dando potenti "remate" con l'ultimo paio di zampe, adattate al nuoto grazie alla forma di pagaia.

Trovarle è in genere molto semplice: in primavera o estate basta passare un retino a maglie fitte sotto il sasso di uno stagno o di qualunque raccolta d'acqua ferma, o tra le piante acquatiche per ottenere di solito almeno un esemplare.
Per la sistemazione in casa vanno benissimo dei mini-acquari di pochi litri o anche un grosso barattolo pieno d'acqua. Non devono assolutamente mancare delle piante acquatiche come Ceratophyllum, Elodea e Miriophylluma cui si terranno aggrappate nelle immersioni. Come alternativa va bene qualunque pianta acquatica che trovate nel luogo di cattura.

L'alimentazione non è un problema: vengono accettati piccoli grilli, falene, mosche, bruchi e altri insetti, che andranno fatti cadere sulla superficie dell'acqua. Allora potrete godervi la vista della "vostra" notonetta che, sentendo le vibrazioni che l'insetto produce dimenandosi sulla superficie, lo afferra e lo trascina sott'acqua per poi "succhiarlo" con calma... un vero spettacolo!
Avrete quindi compreso come possa essere facile, divertente ed economico allevare un insetto davvero interessante e solitamente trascurato!

Nepa cinerea, Gerridi e Hydrometra

Questi tre invertebrati sono meno comuni delle Notonette, ma se li trovate vale la pena tentare di allevarli.
Si tratta di emitteri predatori, ma con abitudini diverse dall'insetto precedente. I gerridi sono quegli insetti lunghi circa due cm (il corpo) che chiunque abbia visitato in estate/primavera uno stagno avrà certamente notato. Inconfondibili, passano la loro vita "pattinando" rapidissimi sull'acqua grazie alle loro lunghissime zampe (il secondo e terzo paio servono alla locomozione, mentre il primo corto paio viene usato per trattenere la preda). Le idrometre pur di forma simile sono più piccole ed hanno le tre paia di zampe lunghe tutte uguali, a differenza dei gerridi loro "passeggiano" lentamente sul pelo dell'acqua: per questa ragione mentre i veloci gerridi riescono a colonizzare anche acque correnti le idrometre si trovano esclusivamente in acque ferme.

Catturare i gerridi è un po' laborioso, ma se si prova e riprova, inseguendoli col retino sulla superficie, si otterranno infine i tanto agognati esemplari. Come teca va bene un fauna box di 25X25 con tutta la superficie del fondo ricoperta d'acqua, poiché non abbisognano di aree asciutte. Anche per loro è utile la presenza di piante acquatiche galleggianti. L'alimentazione è analoga a quella delle notonette, ma prestate attenzione a non mettere insieme più esemplari di dimensioni diverse su superfici esigue (nei miei acquari hanno anche convissuto due o tre gerridi insieme, ma sono eccezioni) poiché il cannibalismo è tutt'altro che un tabù per questi insetti!

Passiamo ora alle Nepa, dette anche "scorpioni d'acqua" per la forma schiacciata, il primo paio di arti trasformato in "chele", e per il lungo sifone respiratorio "scambiato" per un pungiglione. Questo insetto marrone scuro/rossiccio è più raro e difficile da reperire, solo una volta mi è capitato di poterlo allevare.
Ne trovai uno "dragando" il fondo di una piccola pozza in mezzo a un prato, ma non mi riuscì di catturarne altri. E' un insetto timido, ma non "nervoso" (come sono invece le notonette i primi giorni dopo la cattura) e tutto sommato non proprio semplice da allevare.

Sistemai, infatti, il mio ospite in una vaschetta da 6 litri piena d'acqua con del Ceratophyllum e delle foglie di quercia sul fondo. Dopo un giorno ritornai alla pozza, dove catturai un bel po' di larve di Chironomus e Culex (le comuni zanzare) e gliene diedi una piccola quantità: fu un successone! Acchiappava le larve con uno scatto delle zampe anteriori per poi portare la preda alla bocca. Purtroppo non accettava nient'altro e dopo un mese o poco più dovetti liberarlo.

Piccoli "alien" dalla pozza: le larve di libellula

Questi sono i veri predoni (insieme al ditisco), che scatenano il terrore in pescetti, girini, insetti e tutti i piccoli invertebrati degli stagni.
Si tratta delle forme giovanili (ninfe) degli Odonati: le libellule = anisotteri (da fermi portano le ali aperte) e le damigelle = zigotteri (da fermi ripiegano le ali -spesso colorate- sul dorso). E' interessante ricordarvi che questi sono veri fossili viventi che hanno mantenuto abitudini immutate nelle varie ere geologiche (anche se i loro antenati erano dotati di ben tre paia di ali), indice di un "design" ad elevatissima fitness ambientale.

Quelle che io trovo tutte le estati nella pozza del parco dietro casa appartengono alla specie Libellula depressa, raramente qualche ninfa di damigella o di Aeschnea imperator, tutte comunque hanno caratteristiche ed esigenze simili:

Quest'ultima esigenza è sicuramente la più semplice da risolvere: qualunque "cosa viva" che entri nella loro vasca verrà divorata appena passerà davanti alla ninfa. Infatti, questi "mostri acquatici" restano immobili finchè una preda (girino, dafnia, avannotto, o crostaceo che sia) non passi davanti al loro muso. Allora la larva afferra la preda con la "maschera", una specie di "mandibola aggiuntiva" che viene proiettata in avanti, proprio come faceva il mostro di Alien, e acchiappa le prede portandole alla bocca... in una frazione di secondo!

Se ben nutrite, le nostre ninfe compieranno regolarmente la muta, divenendo sempre più grandi e ingorde. Finché un bel giorno le vedremo arrampicarsi fuori dall'acqua aggrappandosi in verticale al tronco (meglio ancora una canna di bambù) per una dozzina di centimetri. Una volta ferme, cominceranno la loro ultima muta: quella che le trasformerà in insetti adulti in grado di volare! E' una metamorfosi lunga e sicuramente faticosa, una volta uscito dalla vecchia pelle, l'adulto dispiega le ali per farle asciugare... per poi volare via alla ricerca di un compagno e di una pozza da colonizzare! Si tratta di un evento davvero emozionante e che non annoia mai... neppure se si è allevato questo tipo di insetti per anni.

Da queste mie poche righe avrete capito quanto possa essere divertente allevare animali normalmente "snobbati" dai più. A mio avviso non hanno nulla da invidiare agli "eclatanti" e "stupefacenti" artropodi esotici!

Ultime note

Vi sconsiglio di prendere questi invertebrati ai primi tepori primaverili (catturandoli gli precludereste la possibilità di riprodursi), liberate sempre le vostre catture dopo qualche tempo che l'avete, non rovinate gli ambienti acquatici che incontrate poiché sono delle risorse sempre più rare!