Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Euathlus (Brachyphelma) smithi

Articolo e fotografia di Roberto Crippa
la bella

Sottofamiglia: Teraphosinae
Distribuzione geografica: Messico
Taglia: femmina 18/19 cm. zampe comprese, maschio più piccolo
Longevità: femmina anche 30 anni maschio non più di 5
Temperatura di stabulazione: 25°C diurna, 18/20°C notturna
Umidita: 75%

Scoperta nel 1897; molto spesso nei negozi specializzati, presso gli allevatori, ma anche sulle pubblicazioni più accreditate, si sente parlare del genere BRACHYPHELMA. In realtà scientificamente, il termine generico attuale è EUATHLUS.
In questa specie il rosso delle patelle è presente anche sui metatarsi e sulle tibie vicino alle articolazioni di ciascuna zampa conferendo a questa tarantola un aspetto particolarmente attraente. Bisogna aggiungere che si tratta della tarantola più famosa di tutte: non soltanto per la sua bellezza, ma anche per la sua docilità e longevità.
I maschi giovani sono un po' più irritabili e sono sempre pronti a lanciarvi i loro famosi peli urticanti; al contrario delle femmine sembra siano soliti passare diverso tempo attaccati alle pareti della teca (molto strano per una tarantola tipicamente terricola).

Riproduzione

Specie frequentemente allevata e riprodotta, la femmina sembra essere ricettiva nei mesi primaverili, soprattutto se viene effettuato un abbassamento della temperatura durante l'inverno. Il bozzolo (cocoon) viene realizzato a distanza di circa 2 mesi dall'accoppiamento e altrettanto tempo serve per la schiusa delle uova. I piccoli incrementano velocemente la taglia soltanto per i primi due anni, in seguito i ritmi di crescita diminuiscono.

Alimentazione

Gli insetti costituiscono di gran lunga il cibo più usato nell'alimentazione delle tarantole: grilli, camole del miele, camole della farina, locuste sono comunemente reperibili in negozi per animali, nei caccia e pesca e, finalmente, si possono comprare anche via internet...insomma si possono comprare ovunque. E' più facile che gli insetti vengano consumati se somministrati vivi di sera e se sono di una taglia adeguata alla tarantola destinata.

L'uso degli insetti è auspicabile per vari motivi:
- sono rereperibili in taglie diversificate quindi molto utili nell' alimentazione di esemplari molto giovani
- possono essere correttamente alimentati prima di dover diventare cibo per tarantole
- volendo si possono facilmente allevare anche a casa propria

Capita che alcuni ragni arboricoli come Avicularie e Poecilotherie inizialmente accettino solamente insetti volanti come mosche e farfalle, comunque questo non è un problema perchè si possono ottenere facilmente lasciando impupare le camole del miele ed attendendo che sfarfallino, essendo appunto queste le larve di un lepidottero.
In alternativa si possono utilizzare mosche ottenute in una settimana dai cagnotti/bigattini da pesca.

Non esistono regole precise per quanto riguarda la frequenza con la quale nutrire la propria tarantola: molte pubblicazioni suggericono di alimentarla circa una o due volte alla settimana, ma il cibo in realtà può essere somministrato sia giornalmente (sempre se ben accettato) quanto ogni 15/20 giorni senza che la tarantola patisca di fame.
Le tarantole infatti sono predatrici tipicamente d'agguato, cioè rimangono nelle vicinanze della loro tana aspettando che una preda si avvicini spontaneamente, ignara del pericolo. Poiché le attese in natura possono essere talvolta molto prolungate le tarantole sono in grado di sopportare lunghi periodi di digiuno sfuttando la propria capacità d'immagazzinare nell'opistosoma (l'addome) i liquidi e le sostanze nutritive necessarie al proprio sostentamento e alla crescita; il tutto è anche favorito da una scarsissima attività e da un metabolismo lento.
In linea generale bisogna far si che una tarantola abbia sempre l'opistosoma un po' più grosso del prosoma (cefalotorace).

Topolini e carne cruda: grossi esemplari di tarantole accettano volentieri anche dei topolini neonati e piccoli pezzi di carne cruda, come per esempio il cuore di bovino. Esistono degli indubbi svantaggi nel somministrare questo tipo di cibo: oltre ad essere totalmente inadatto per giovani tarantole, se non sono consumati in poco tempo marciscono e sviluppano sgradevoli odori.

Acqua

L'acqua può essere messa a disposizione in piccoli contenitori, per quanto non strettamente necessaria per la vita della tarantola, è comunque sempre gradita in particolar modo dalle specie provenienti da zone ad alto tasso d'umidità. Ovviamente è difficoltoso fornire contenitori con acqua di dimensioni adeguate a esemplari molto giovani senza rischiare di trovarli affogati, per questi soggetti dovremo controllare con maggior scrupolo l'alimentazione ed il tasso d'umidità della teca così da non dover inserirla.

Il morso e il veleno

E' molto difficile dare informazioni precise riguardo la tossicità e la pericolosità del veleno: sono veramente molte le specie esistenti di migale (circa 800) e l'effetto del veleno dipende dall'età dal peso e dalle condizioni di salute della persona morsicata, dalla dimensione della tarantola e dalla quantità di veleno iniettata. Inoltre non si hanno dati precisi perchè è estremamente raro che qualche soggetto umano venga morso dalle specie di tarantole normalmente reperibili nel pet-trade.
I casi riportati sul web non fanno pensare a nulla di davvero pericoloso, paragonabile alla puntura di un calabrone o di una tracina.

Anche se nessuno è mai morto per il morso di una terafoside, bisogna comunque prestare particolare attenzione a eventuali reazioni allergiche al veleno: il morso sarà di per sé molto doloroso, vista la dimensione dei cheliceri, ma il veleno spesso viene iniettato in una quantità minima poichè la tarantola preferiscre non sprecare le proprie riserve che le servono per la caccia.
La cosa migliore da fare in caso di morsicatura è contrattare immediatamente un centro antiveleni al quale dare informazioni precise sul nome della tarantola dal quale si è stati morsicati. E' inutile farsi prendere dal panico.
In genere dopo il morso si prova un forte dolore e bruciore, arrossamento e gonfiore della parte morsicata e in alcuni case febbre e vomito che possono prolungarsi per alcuni giorni (sintomi tipici dell'azione del veleno neurotossico); per alleviare il dolore è consigliabile applicare del ghiaccio sull'area interessata. I ragni americani sono comunque meno velenosi e proni a mordere, presumibilmente perchè dotati di peli urticanti come arma di difesa alternativa.

NB: non esiste alcuna particolare malattia che possa essere trasmessa dalle tarantole all'uomo, tanto con il morso, quanto con il semplice allevamento in casa.
Ricordo che tutte le specie del genere Euathlus sono protette dalla convenzione di Washington e pertanto devono esservi cedute complete del loro documento CITES.