un racconto della Compagnia (parte2)

Presenti:
  • Froderico Sottocolle (Federico)
  • Dagoberto de Marano (Carlo)
  • Gollum-Smeagol (Filippo)
  • Samvise Gamgee (Roberto)
Missione: Monti della Laga, da Poggio d’Api a Lago Secco.
Ore 7:40 di giovedì 24 aprile. Squilla il mio telefonino. Una voce lontana mi rimembra che è il dì della dipartita…. Proprio ieri sera doveva esserci la cena con gli amici del calcetto? Ben attento a non replicare il mio henrychinaskiano misfatto mi appropinquo ad evacuare per raggiungere Filippo, da adesso Gollum e/o Smeagol che si voglia.
È il primo che viene a visitare il mio Caudata Farm, credo gli sia piaciuto non poco.
Sono già le dieci e abbiamo appena imboccato l’autostrada. L’appuntamento con il resto della Compagnia è alle 10:00 circa vicino ad Ascoli. In perfetto ritardo arriviamo alle 12:00.
Questo primo breve tragitto è caratterizzato dal mio lapalissiano stato di scarsa ossigenazione del sangue, al quale si è sostituito dell’ottimo rosso casereccio della sera precedente. L’incontro con messere Dagoberto è un classico; proprio come qualcuno disse in laguna, cento volte lo vedi, cento volte te ne innamori. Il quarto membro della Compagnia è Roberto, amico di Carlo ed appassionato di Trekking, nonché di gatti, anche selvatici. Avrò modo in seguito di nominarlo Samvise Gamgee e così sia.
Ci affrettiamo a raggiungere la Salaria. messer Dagoberto consulta la preziosa mappa in pelle di lupo Ultimo rifornimento di acqua e pane, gentilmente concesso da una signora che ci ha aperto il forno comprensibilmente chiuso a quell’ora.

Chi vuole abbandonare lo dica adesso o mai più….

Arriviamo al Poggio, lasciamo le macchine e procediamo alla consueta vestizione compreso ripasso dell’equipaggiamento e rivisitazione della mappa. Ladro o spia poi partenza!
partenza Che gran bel giorno piovigginoso che è venuto fuori…. Al posto del sentiero ci ritroviamo in un torrente di fango e merda (di vacca). Il tratto iniziale è massacrante, i piedi non trovano mai appoggio sicuro e la stabilità del nostro cammino viene meno. La pendenza è notevole. Il Sottocolle fischietta la colonna sonora del Signore degli Anelli, di cui tutta la Compagnia è appassionata.

pioggia e m...a La prima grossa emozione ci è offerta dalla scrupolosa osservazione delle tracce di cinghiale, di cui la zona è ricca, il sangue di Messere Dagoberto ribolle. La pioggia si fa intensa… tira fuori il poncho, smette di piovere… togli il poncho… piove nuovamente… e così via. Al nostro orizzonte ecco apparire il bianco candido della neve. I nostri ruvidi scarponi, come i cinghiali prima di noi, deflorano quel bel manto fragile. Il cammino prosegue a strappi, tra soste e brevi pasti a base di mele, banane, finocchio e cioccolato.
scollinamento Veramente esausti e distrutti riusciamo a scollinare e giungiamo su un percorso finalmente piano, ma ricoperto per intiero dalla neve. Sam mi mostra la cartina: siamo al 15 % del percorso……nooooooooooo !!! La neve ci impedisce di poter verificare l’esattezza del percorso, i segnali infatti sono sommersi e le segnalazioni in vernice sono sbiadite all’inverosimile.
anche i lupi? Altre tracce, stavolta sembrerebbero di Lupo. Dagoberto va in cerca di Fusbanae flavescens e non solo… Stavolta senza troppa fortuna. Il percorso ci impone una scelta, verso l’alto o verso il basso. Vince la discesa e il paesaggio si fa incantevole. Diversi ruscelli che confluiscono dall’alto creando pozze stagionali molto belle.
accampamento Attraversiamo un ponticello per guadare il torrente e arriviamo in una zona al di fuori del bosco, dove ci sono delle colline dal profilo sinuoso. Dobbiamo necessariamente accamparci lì, sta per calare il buio ed è pericoloso rimanere nel bosco. La pioggia è meno intensa, ma di tanto in tanto ci sono tuoni e saette che meritano rispetto. Ad una di esse il Sottocolle esclama: “è Sarumaaaaaaaaaaaan !!!!!!!!”.

Montiamo le due tende e raccogliamo la legna. La Compagnia coopera alla perfezione, tutti si prodigano al meglio. Terminati i lavori dobbiamo escogitare un sistema per accendere il fuoco. La pioggia è cessata, ma tutti i legni sono bagnati e non riusciamo ad accenderli. Il Sottocolle propone una scelta tragica, sradica un ginepro essiccato e gli aghi si appicciano che è una meraviglia. Finalmente il fuoco è acceso. Salsicce, scamorze, pane, salame, mozzarelle sott’olio, tonno, frutta…. La notte scende e i nostri corpi si saziano a volontà. È il momento di accendere la pipa per gustare il Captain Black.
Il Sottocolle per farsi perdonare del ritardo mattutino inizia a decantare Il Silmarillion di J.R.R. Tolkien, nello specifico tutte e 34 le pagine del capitolo XIX, Beren e Lùthien. Così, trascorrerà più di un’ora, e l’immagine del coraggio di Beren, la bellezza unica di Lùthien Tinùviel, l’eroismo di Huan, l’aspetto mostruoso di Carcharoth ci accompagneranno nei nostri sogni d’altaquota.
enchitreidi... vermi di m...a La notte ci regala il verso dell’upupa e Messere Dagoberto come nella migliore tradizione ci offre momenti unici di sonnambulismo. Al risveglio, provvediamo a ripulire tutta la zona. Gollum e Dagoberto si dilettano a spulciare le cacche per stanare enchitraeus.
Riprendiamo il percorso e mentre saliamo il nostro cammino si fa sempre più innevato. il cuore del bosco Siamo nel cuore del bosco e diverse volte sprofondiamo nella neve. Anche i migliori scarponi da Trekking sono permeabili, quando finisci nei torrenti. Gollum si diletta a raccogliere e mangiare neve. Trascorrono ore di lento inesorabile cammino, quasi tutto in salita. Poi, come per incanto, ci si spalancano le porte del Lago Secco. Che meraviglia della natura!
lago secco Oltre mille e cinquecento metri sopra il livello del mare. Il lago è ai nostri piedi e ci precipitiamo per ammirarlo. La superficie è quasi completamente gelata, tranne nei bordi del lato dove batte il sole. carnifex Finalmente lasciamo i nostri zaini e ci alleggeriamo di diversi indumenti inutili, Messere Dagoberto ritiene indispensabili solo le mutande. Nessuna traccia di tritoni, eppure dovrebbero essere presenti sia alpestris che carnifex e vulgaris. Forse sono nascosti sotto i ghiacci. carnifex D’incanto è Dagoberto de Marano il primo ad avvistare un’enorme femmina di T. carnifex, ahimè in fin di vita. Forse è semplicemente giunto il suo momento, comunque il dispiacere abbraccia la Compagnia. Ci mettiamo al sole per rifocillarci con i resti della sera appena trascorsa. Mastro Samvise si appisola e la sua zucca pelata assume colori più rossastri. Dagoberto a 'pesca' Proprio mentre mangiavo un finocchio avvisto un tritoncino vicino alla sponda e mi catapulto per prenderlo. In principio ci sembra un carnifex, ma dopo un’osservazione più scrupolosa notiamo che è un alpestris apuanus. Il piccolo tritone (4cm) è privo della coda, forse per una tara genetica ma quasi sicuramente persa a causa di un predatore, e lo rimettiamo nell’acqua. Gollum dice che è disdicevole: "essere l’unico a non aver avvistato nemmeno un tritone". Così si apparta nella zona ghiacciata e torna con una bella ranocchietta verde, il cui metabolismo è talmente rallentato dal freddo che sembra imbalsamata. Ancora il Sottocolle. Altro esemplare di 5 cm di Triturus alpestris, stavolta integro. Liberiamo entrambi gli animali e dopo un po’ il Sottocolle avvista un tritone adulto. Per riuscire a prenderlo si immerge con un piede fin dentro i ghiacci, ma l’effetto “triturus” è talmente forte da non far sentire il dolore per il freddo più assoluto. Meraviglia delle meraviglie, un T. alpestris apuanus, femmina e neotenico ! Il tritone presenta tre ciuffi branchiali da un lato e 1 solo dall’altro. Anche esso inizialmente sembra un carnifex, almeno il colore del dorso è simile ai carnifex, mentre il colore della pancia è quello classico degli alpestris con tanto di macchiettatura nera sotto il mento a ribadire la sua sottospecie apuanus.
alpestre Il portatore, Froderico Sottocolle, apre un dibattito su un’eventuale ibridazione tra alpestris e carnifex, qualcuno dice che potremmo aver scoperto una nuova sottospecie.
Personalmente credo fossero alpestris apuanus che negli anni hanno preso un qualche percorso evolutivo leggermente dissimile dagli altri, dato anche il luogo, molto distante da altri siti di alpestris e quindi senza ricambio di sangue da elementi esterni.
Rimettiamo quel capolavoro della natura nell’acqua. Che giornata di sole! Lontano da ogni forma di civiltà, dispersi nei boschi innevati…. Sono veri momenti di gloria. Il Sottocolle esaltato dalle fortunate ricerche sale su un masso e inizia a gridare. C’è anche il tempo per un avvistamento finale da parte di Gollum, in quel momento forse più Smeagol, e ancora un piccolo alpestris. Un centinaio di metri più in basso c’è la fonte di Agro Nero e andiamo a visitarla. Sembra di essere nelle paludi dei Tumulilande, con tanto di collina con pietre e un unico albero sulla sommità… ci sarà uno spettro?
Anche qui dovrebbero esserci tritoni, ma evidentemente sono tutti ben nascosti. Di sasso in sasso percorriamo tutto l’Agro Nero.
L’emozione richiede un’altra pipata, l’erbapipa dello Zio Tobia, la migliore del Decumano Sud. Intanto Sam comincia ad accusare dei dolorini di stomaco, sostanzialmente ci fermeremo molte volte lungo il percorso di Ritorno, stavolta quasi tutto in discesa.
la pipata Smarrito il sentiero affrontiamo un tratto di discesa libera con cadute da ridere a crepapelle, soprattutto di Gollum e di Froderico. Ogni forma di raccolta d’acqua è un’ottima scusa per prendere fiato e per finire i viveri. Dopo molto cammino e soprattutto dopo più di 24 ore avvistiamo una persona, un taglialegna, al quale chiediamo indicazioni sul nostro percorso. Ci avverte che a breve avremmo dovuto attraversare un ruscello… "sarà molto difficile passare di là, io non credo che ce la farete…".

Ce l’abbiamo fatta. Sam con classe ed esperienza, senza bagnarsi, trottando con disinvoltura da masso a masso. Gollum bagnandosi completamente, entrando di proposito, forse per rassegnazione, dentro al torrente in piena. Dagoberto gettando lo zaino nell’altra sponda, senza prevedere che la bretella potesse rompersi e finire con tutto lo zaino dentro all’acqua… Froderico invece ha camminato a lungo per trovare un punto più semplice. Alla fine, oltre ad essere caduto in acqua è riuscito anche a cadere in dei cespugli di rovi, e si è ricongiunto alla Compagnia mezzo sanguinante. Proprio verso la conclusione della nostra avventura, avviene la magia. Quelle che erano tracce di cinghiale si trasformano in un bestione alto più di mezzo metro. Il cinghiale con leggiadria ed esperienza è riuscito a svanire nel nulla in men che non si dica.
Ed eccoci tornare al Poggio. L’avventura è terminata. Dagoberto e Sam proseguiranno il loro Ritorno sulla Salaria, direzione San Benedetto. Froderico e Gollum proseguiranno sulla Salaria verso Roma.


Epilogo: Il giorno successivo, riceverò una email da parte di Gollum. Ottenuto il suo consenso, pubblico uno stralcio della sua lettera:

Ciao ragazzi, avevo pensato di scrivervi singolarmente,ma poi mi sono detto “cavolo, siamo una Compagnia… quello che penso deve essere rivolto in egual modo a tutti loro…”. E quindi eccomi qua. Questa mia e-mail è rivolta a voi tre: Federico,Carlo, Roberto.
È inutile dirvi che il ritorno alla (in)civiltà è stato davvero deprimente…la città ti violenta in un modo assai feroce e i segni sono cicatrici difficili da far rimarginare… Sono convinto che siamo perdenti di fronte alla natura, poiché non c’è progresso umano che possa in qualche modo essere equiparato alla grandiosità della creazione…
Sono cose note lo so, ma mi piace pensare che forse è meglio non abituarsi mai alla verità e continuare a ripetersi che c’è qualcosa di terribilmente sbagliato nell’essere uomini… comunque, non voglio addentrarmi in un discorso così complesso… mi preme dirvi semplicemente una cosa : sono onorato di aver passato 2 giorni con voi e sono onorato di essermi trovato in sintonia con delle persone così emotivamente ed intellettualmente coinvolgenti.

La nostra piccola fuga dalla realtà è stata straordinaria e surreale… spero che si ripeta al più presto… ho fatto già una lista di acquisti megagalattici in vista di una prossima escursione estrema: praticamente avrò l’attrezzatura necessaria a scalare il K2, cosa che non escluderei a priori…
Non sono uno che parla molto poiché le parole sono beffarde ed effimere, non hanno intensità paragonabile ad uno sguardo o ad un gesto e sono di molto più fugaci dell’inchiostro di una penna… per questo io scrivo sempre più che parlare.
Mi sto dilungando e non voglio annoiarvi. Il succo è che forse in un’altra vita siamo stati davvero in un altro mondo, insieme, pieni di onore e sogni, disposti a versare il nostro sangue per qualcosa di più grande rispetto al nostro stesso bisogno di vivere… forse vivevamo davvero tra orchi e draghi e maghi, tra creature infernali e creature leggere come petali di rosa… in un mondo della stessa forma dei sogni…
Gollum, non più Smeagol da tanto tempo…


La Compagnia sta lavorando già per la prossima missione...


P.S. Vi ricordo che la Compagnia cerca adepti, quando, come e cosa facciamo potete leggerlo nei racconti di Andata e Ritorno. Se interessati, munitevi di nome da battaglia e scrivetemi all'e-mail fedfelci@tin.it.

Froderico Sottocolle