Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Graphiurus sp. il minighiro

Nella mia gioventù ebbi la fortuna di allevare uno dei più bei mammiferi della nostra fauna: il moscardino (Muscardinus avellanarius). Da allora mi rimase la nostalgia di questo piccolo gliride, ora protetto e quindi inavvicinabile.
In occasione del Reptiles Day 2004 però mi sono imbattuto nel simpatico musetto del minighiro africano un suo parente altrettanto simpatico, ed ecco appagato il mio sogno di rivedere un folletto in terrario!

Graphiurus il folletto africano

Descrizione

Al genere Graphiurus (Smuts 1832) appartengono ben 14 specie diverse di minighiri, tutte diffuse unicamente in Africa (G. parvus, G. olga, G. kelleni, G. murinus, G. microtis, G. lorainneus, G. christyi, G. surdus, G. crassicaudatus, G. platyops, G. rupicola, G. hueti, G. monardi, G. ocularis).
La distinzione di una singola specie non è affatto agevole in quanto basata su particolari non immediatamente percepibili se non potendo confrontare direttamente diversi esemplari. Per noi terrariofili la località di provenienza resta uno dei pochi criteri per tentare di "restringere" la rosa delle possibili specie. Per inciso quasi sempre si fa riferimento alla specie G. murinus, che fu una delle prime ad essere esportate, tuttavia questa attribuzione è tutt'altro che attendibile e le conseguenze si vedono chiaramente tra chi tenta di riprodurli evitando la consanguineità... ma ne parleremo più avanti.

I minighiri hanno taglie minute con un corpo lungo tra i 10 ed i 16 cm ed una coda di 5-13 cm. A seconda della specie allevata la pelliccia può apparire con varie gradazioni: da folta e morbida a rada e ispida, da grigio chiaro a bruno a nero, mentre il ventre è generalmente chiaro. La testa presenta frequentemente disegni scuri a "mascherina", come il nostro topo quercino.
Una caratteristica di questo gliride è il cranio appiattito in senso dorso-ventrale: questa caratteristica non si nota ad occhio, ma porta importanti conseguenze, infatti il minighiro riesce a passare senza problemi attraverso le sbarre di una gabbia che terrebbe ben chiusi dei topi di ugual taglia.

meglio soli o male accompagnati?

Vita in natura

Il minighiro è un abile arrampicatore, più affine ad uno scoiattolo che ad un topo, la maggior parte delle specie abita quindi in foreste, mentre quelle diffuse nelle regioni più a sud e ad est (aride) occupano le aree rocciose lungo i corsi d'acqua, preferendo comunque abitare sui cespugli o tra l'erba alta.
Nella bella stagione il minighiro costruisce un nido di rami e foglie intrecciati che può essere appeso in alto tra i rami, o trovarsi al riparo nel tronco cavo di un albero, o all'interno di spaccature della roccia. Come accade per il nostro ghiro (Glis glis) quello africano spesso vive a stretto contatto con l'uomo approfittando di soffitte e granai, tuttavia viene frequentemente spiazzato dalla competizione col Rattus rattus, una specie alloctona.

Questi gliridi sono dei veri onnivori e si nutrono di qualsiasi alimento calorico che gli riesca di trovare: frutta, semi, insetti, uova, piccoli vertebrati. Le calorie ingerite sono accumulate nel pannicolo adiposo, usato dalle specie legate a climi temperati per passare il letargo invernale, e dalle altre per resistere ai tempi di "magra".

Le schede che ho trovato on-line spacciano i Graphiurus come animali dalla spiccata socialità, che soffrirebbero la solitudine. Questo è l'ennesimo esempio di "umanizzazione" di un comportamento naturale che non si conosce e che porta conseguenze errate nella stabulazione di questa specie. Esattamente come accade per i nostri ghiri e moscardini, infatti, i minighiri sono estremamente territoriali. Un singolo individuo occupa grossi spazi (quantificabili in circa 20-30 metri quadrati) in cui non tollera intrusi. Nella stagione riproduttiva la coppia è altrettanto caparbia nel riservarsi il territorio migliore, tuttavia, una volta svezzata la nidiata di "minighirini", consentirà a più generazioni della propria prole di continuare a sfruttare il nido ed il territorio per quella stagione.

Il vantaggio di abitare un nido comune è immediatamente intuibile se pensate alla stagione fredda: tanti corpicini ammassati trattengono il calore molto meglio di uno. Idem dicasi nel caso dell'attacco di un predatore: vedersi saltare davanti al naso una decina di mini-razzi spiazza decisamente e rende difficile individuare un singolo bersaglio.
I principali mezzi con cui il nucleo famigliare interagisce e si mantiene unito è basato su odori e suoni. L'odore serve ad attribuire l'appartenenza al gruppo ed a marcare il territorio (i minighiri hanno la spiacevole abitudine di "attaccare" al substrato ove si muovono feci ed urine, proprio a questo scopo). I suoni emessi consistono in trilli a bassa frequenza con cui i singoli soggetti comunicano quando si incontrano. Suoni simili sono emessi anche per segnalare eccitazione quando trovano un buon bocconcino da sgranocchiare.
Resta il fatto che, col sopraggiungere della bella stagione, o comunque della maturità sessuale (a circa 5 mesi di vita), i genitori non accetteranno più i propri piccoli all'interno del territorio (intolleranza decisamente più accentuata nei maschi) e quindi ne provocheranno la progressiva dispersione.

terrario in vetro e rete

Il terrario

A causa della facilità con cui i minighiri passano attraverso le sbarre di una gabbia e rosicchiano qualsiasi materiale tenero, è sempre consigliabile allevarli in terrari di vetro e rete metallica. I miei esemplari sono stati stabulati in un terrario sviluppato in altezza di 50x40x80 cm. Sul fondo potete utilizzare svariati materiali assorbenti quali tutolo di mais, cilindretti di paglia o carta pressata, torba asciutta per uno spessore di almeno 5 cm. L'arredamento consisterà in numerosi rami sottili che permettano al minighiro di raggiungere qualsiasi punto del terrario; infatti questi piccoletti sfrecciano letteralmente lungo i rami con agilità miracolosa (non a caso li considero dei folletti), ma raramente saltano da un ramo all'altro.

Se volete complicarvi la vita e farli davvero felici potrete coprire lo sfondo e le pareti laterali della teca con del sughero su cui si muoveranno visibilmente soddisfatti, usandolo preferenzialmente. Questo accorgimento però crea difficoltà maggiori nelle operazioni di pulizia.

A completare la dimora dei minighiri ponete un nido di paglia intrecciata (quelli usati per i Diamanti mandarini) appeso ad un ramo ed eventualmente un nido addizionale sul fondo (basta una scatoletta di cartone con un foro). Infatti, mentre nella stagione riproduttiva vengono preferiti i nidi pensili, durante il resto dell'anno spesso i minighiri preferiscono dormire a terra. Il passaggio dal nido pensile a quello "terricolo" si nota -repentino- anche in occasione dei primi freddi autunnali, comportamento che avevo osservato anche nel moscardino.
Il nido verrà riempito e foderato di striscioline di carta morbida da cucina (o igienica a 4 veli) che metterete loro a disposizione.

Trattandosi di animali notturni non necessitano di alcuna fonte di illuminazione (ma voi potete usare di notte una lampadina rossa, di quelle per camera oscura, per poterli osservare indisturbati). Le temperature di casa sono generalmente perfette per questo piccolo mammifero, che non affronterà mai un vero letargo.

Qualunque terrario decidiate di usare vi supplico di evitare i faunabox e di non allevare i minighiri alla stregua di un criceto: senza appigli su cui arrampicarsi ed in uno spazio striminzito. Ho visto esemplari allevati così: certo si adattano, ma divengono l'ombra smorta di un minighiro, esserini grassi e sgraziati, quasi incapaci di stare in equilibrio su di un ramo dove un normale minighiro sfreccerebbe come una saetta. Piuttosto lasciateli perdere: sono dei magnifici amici insoliti, non siate i loro aguzzini!

Insetti yum yum!

Alimentazione

Inizialmente pensavo di poterli allevare con una base di semi per criceti, ma avevo fatto i conti senza l'oste... i minighiri sono decisamente appassionati di insetti e frutta, mentre tutto il resto è solo una sporadica integrazione. Ho quindi nutrito i miei esemplari con frutta (banana -è il frutto preferito-, mela, uva, albicocche, pera), insetti (grilli o camole del miele, a giorni alterni per evitare l'obesità), biscotti ai cereali per bambini, crocchette per gatti, semi misti per criceti. Lasciare a disposizione sempre un piccolo contenitore d'acqua poco profondo, da cambiare quotidianamente (lo troverete invariabilmente sporco).

Noterete che i minighiri attraversano fasi di intensa nutrizione seguite da altre in cui mangiano decisamente meno: evidentemente una volta raggiunta una certa scorta di "ciccia" sanno darsi una regolata.
I minighiri possiedono un dito opponibile (il mignolo) solo nelle zampe posteriori, che sono dotate anche di artigli sottili ed acuminati con cui far presa sul substrato. Noterete spesso, specie in occasione delle "cacce al grillo" che una volta afferrata la preda il minighiro se ne può stare tranquillamente appeso per le sole zampe posteriori nelle posizioni più acrobatiche, mentre si concentra nel consumare lo spuntino trattenuto dalle più esili zampette anteriori.

Igiene

Inserisco questo capitolo a parte per la sua importanza, infatti i minighiri, a causa della loro fissazione nel marcare il territorio, sporcano e lo fanno in maniera "capillare". Nel giro di 2-3 settimane un paio di minighiri riesce a deporre innumerevoli cacchine in ogni parte della teca e ad marcare un po' tutto con le proprie urine. A questo si aggiunga l'odore, decisamente più intenso, dei maschi adulti (nulla a che vedere con la puzza dei topi, ma pur sempre efficace nel "farsi notare").
Spero che questa descrizione non vi faccia abbandonare l'idea di allevare i Graphiurus, infatti, con una pulizia a fondo ogni 7-10 giorni potete risolvere ogni problema estetico e di odori, come ho fatto io.

Approfittando del profondo sonno diurno dei minighiri, ne sposterete quindi delicatamente il nido in un faunabox (se fate piano non si sveglieranno neanche). A questo punto potrete estrarre facilmente i rami (fate prima a sostituirli che a pulirli) e passare ad una sostituzione del materiale di fondo ed alla pulizia dei vetri. Il tutto non prende più di 20 minuti, poi sarete a posto per altri 7-10 giorni. Se però avete una femmina che sta accudendo una covata di piccoli non ancora svezzati sarete costretti a rimandare l'intervento di pulizia più in là... loro staranno benissimo perchè amano il proprio odore, il vostro naso magari un po' meno.

Molti raccomandano di lasciare alcune tracce odorose nel corso delle pulizie per non stressare i minighiri (es. potreste dare una pulita sommaria ai rami e riciclarli), ma nella mia esperienza ho constatato che ai minighiri basta avere il proprio nido (e sì, questo andrà cambiato il più tardi possibile!) e si riadattano al terrario "pulito" nel giro di una notte... ricominciando a "marcare" là dove avete pulito!

casa dolce casa

Socialità e riproduzione

Alla stregua dei miei più famosi tentativi falliti di riproduzione (vedi Lampropeltis, Dendrobates ecc...) ho messo a segno una raccolta in serie di soli individui maschi, fino a desistere dal tentare di riprodurli! Posso quindi riportarvi le mie impressioni sulla socialità di questi individui, ma nulla di personale sulle modalità riproduttive, che quindi descriverò brevemente.

I miei primi due giovani esemplari, vendutimi come coppia, erano di taglie decisamente diverse e, onestamente, segnalati come Graphiurus sp. (quindi non attribuiti alla specie G. murinus). La convivenza non ha destato grosse preoccupazioni anche se, nei primi giorni, ho notato frequenti scarmucce e liti accompagnate da trilli sonori, con i due che andavano a dormire in nidi diversi. Il tutto si risolse spontaneamente nel giro di 10 giorni e da quel momento hanno convissuto pacificamente anche se l'esemplare più grosso è sempre stato dominante sull'altro (incontrandosi di passaggio sullo stesso ramo era sempre il più piccolo a fare dietrofront e cedere il passo).
Quando, dopo un paio di mesi, mi sono dovuto rassegnare al fatto di possedere due maschi ho immediatamente cercato di trovare loro una compagna, così, complice un amico che si sarebbe recato ad Hamm, ho commissionato il "matrimonio per procura".

Il nuovo arrivato, selezionato come femmina certa tra un gruppetto di 4 esemplari, era magrolino e un po' tonto, si trattava di un vero G. murinus che appariva visibilmente più massiccio e di pelame più chiaro e folto dei miei due precedenti esemplari.
Poichè avevo letto che è difficilissimo inserire un nuovo esemplare adulto in un terrario già abitato, ho proceduto con molta cautela inserendo direttamente nel terrario la scatola che conteneva il nuovo arrivato, praticandole previamente un piccolo foro laterale per permettergli l'uscita. La novità provocò un certo scalpore, ma i due titolari più che aggressivi si mostrarono subito spaventati... perchè mai mi chiedevo???
La ragione già potete immaginarla, infatti il nuovo arrivato si rivelò presto un maschio... e decisamente dominante. Per fortuna i due piccoletti erano agili e veloci, mentre il nuovo arrivato, probabilmente vissuto in un faunabox fin da giovane, si muoveva lento e circospetto sui rami. Doveva avere una bella fame perchè fu insaziabile fin dall'inizio e ad un mese dal suo arrivo aveva praticamente raddoppiato la stazza, ma solo in larghezza!
Non vi furono comunque mai incidenti e i tre continuarono a spartirsi cibo e spazio senza segni di lotta, benchè "a voce" si insultassero molto di frequente.

Il fatto che esistano sul mercato più specie di Graphiurus pone comunque un certo problema, infatti acquistando una coppia della medesima covata ci si pone al riparo dal rischio di avere due esemplari non conspecifici e la riproduzione è assicurata (sempre che non vi affibbino due maschi come a me!). Viceversa, se si desidera evitare ripetuti incroci consanguinei, si rende necessario acquistare animali da sorgenti diverse rischiando la formazione di false coppie che non si riprodurranno mai (ho già sentito di casi simili), ovvero la possibilità di dar luogo a ibridi sterili.

In cattività la riproduzione avviene senza particolari cicli non necessitando di estivazione o brumazione, lo stesso si è osservato in natura per le specie legate a climi piuttosto stabili. Si possono osservare numerose covate successive anche se la cosa non è auspicabile perchè stressante per la femmina.
L'accoppiamento avviene di notte e l'amplesso è ripetuto più volte. La gestazione dura 25-28 giorni in cui la femmina assume forme più rotonde. Il segno del parto è legato ad una ridotta attività notturna della femmina. I piccoli, fino a 6, pesano alla nascita circa 3,5 gr e sono nudi ed inetti come quelli dei topi. La prima uscita dal nido avviene dopo 6 settimane ed i piccoli sono lunghi solo 4 cm (coda non inclusa) gracili, fragili e... pronti a saltare come molle in tensione! Proprio a quest'età è facile fare loro del danno tentando di maneggiarli, o anche solo muovendoci troppo disinvoltamente in loro presenza.
La maturità sessuale verrà raggiunta in 4-5 mesi e, a quel punto, sarà sempre raccomandabile allontanare i giovani dalla coppia riproduttiva, specie se maschi.

musetto irresistibile

Maneggiarli?

Apro un capitolo a mio giudizio inutile, resta il fatto che alcune persone hanno un bisogno quasi "fisico" di maneggiare gli animali che allevano ed il minighiro non fa eccezione... il suo musetto -in effetti- può essere irresistibile.
Non voglio quindi entrare nel merito di questa scelta, specie per un esserino piccolo e fragile come il minighiro, desidero invece dare qualche consiglio per evitare incidenti.

L'addomesticamento può avvenire con due modalità distinte: una rispetterà il minighiro, mentre l'altra -forse- vi piacerà di più.
In ambedue i casi dovete ricordare sempre due regole fondamentali: mai prendere il minighiro per la coda (vi resterebbe in mano senza possibilità di rigenerazione) e mai tentare di addomesticarli in una stanza in cui siano presenti appigli adatti alle loro zampe (se vi scappa sarà un impresa recuperarlo!). Per manipolazioni brevi (es spostamento in un faunabox di parte di una covata da cedere) è spesso più pratico afferrarli rapidamente per la collottola.

Idealmente quindi il loro terrario si troverà in un locale privo di pareti a buccia d'arancia o comunque grezze, priva di mobili in arte povera o comunque in legno lavorato e priva di tende.
Per farvi amici questi folletti potrete instaurare un rapporto di fiducia spontanea: comincerete a farvi vedere regolarmente davanti al terrario socchiudendone un lato quel tanto da poterci infilare qualche buon bocconcino (tipicamente un insetto o un pezzetto di frutta dolce) senza che i minighiri scappino. Noterete che, a dispetto del carattere un po' nervoso, i minighiri non hanno affatto paura di voi, ma solo dei movimenti bruschi o dei rumori improvvisi, quasi da subito verranno a prendervi direttamente dalle mani il cibo... occhio che non scambino il vostro dito per una leccornia perchè i loro dentini sono acuminati!

A questa fase potrete farne seguire una in cui il terrario sarà aperto abbastanza da permettere loro agevolmente di uscire: se riuscirete ad essere abbastanza "statuari" non sarà difficile che vi salgano direttamente sul braccio per poi scarrozzarvi addosso. Un po' meno facile sarà convincerli a rientrare nel terrario, per questo motivo spingetevi a questa fase solo se siete sicuri che non possano darsi alla macchia vivendo liberi in casa vostra per il resto della loro vita (circa 5 anni).

Comunque sia, dopo un periodo di reciproca conoscenza, vi sarà possibile muovervi, anche se lentamente e mai in piena luce, portandovi il piccolo carico addosso e convincerli -con le buone- a salirvi su una mano ed addirittura ad essere rimessi in terrario. Non tollereranno comunque mai di sentirsi afferrati o trattenuti: se dovete spostarli è spesso più facile convincerli a salire su una mano, o ad entrare in un barattolo, piuttosto che stringerli tra le dita.

Se invece volete procedere ad un addomesticamento più brusco, stile criceto, dovrete cominciare solo con esemplari giovanissimi. Idealmente i piccoli appena svezzati di 6 settimane, benchè molto reattivi, sono tuttavia meno agili e soprattutto più disposti a farsi vincere dalla curiosità. Per addomesticare simili miniature dovrete necessariamente operare a livello del terreno sedendovi per terra... o meglio su di un tappeto per ammortizzare eventuali cadute. Preleverete quindi il minighiro prendendolo per la collottola, nel tardo pomeriggio (sarà un po' addormentato e quindi meno reattivo), e ve lo porrete addosso stando inizialmente ben fermi. Potrete anche abituarlo a starvi sul palmo della mano spostandolo poi lentamente.
Sarà quasi automatico che le prime volte il piccoletto spicchi improvvisamente un salto e si dia alla fuga, per questo dovrete operare in una situazione di "massima sicurezza" es in una vasca da bagno vuota con un tappeto soffice sul fondo, così da recuperarlo subito senza danni e ricominciare ad addomesticarlo con molta pazienza. In genere imparerà abbastanza presto che tutto sommato non siete dei predatori e che non intendete quindi fargli del male. Superate le paure iniziali diverrà quindi piuttosto domestico anche se lo stress di essere svegliato ed esposto alla luce resta. Insomma io sconsiglio vivamente questa seconda scelta anche se capace di rendere i minighiri apparentemente più domestici, in fondo si tratta solo di un nostro capriccio di cui loro farebbero volentieri a meno!