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Pronto soccorso...
per gli animali, si intende!

Non intendo scrivere un trattato di microbiologia e patologia, che occuperebbe ben più spazio di quello che possa offrire questo sito, ma ritengo che, visto il crescente interesse per gli "animali insoliti", un rapido vademecum per la terapia delle più comuni patologie possa essere utile a tutti. Benchè infatti un sempre maggior numero di veterinari si stia cominciando ad interessare alla cura dei nostri beniamini, resta il fatto che si tratta ancora di un numero sparuto e che altri, benchè pieni di ottime intenzioni, spesso mancano delle fonti di conoscenza necessarie per stabilire un appropriato dosaggio farmacologico nel trasferire la posologia da un animale a sangue caldo (e quindi a metabolismo rapido), quali sono cani e gatti, ad uno a sangue freddo.
Un altra tentazione frequente è stata quella di utilizzare cure testate su specie ben definite (es Iguana iguana) generalizzando i risultati per tutti gli altri rettili. Di fatto un simile approccio, benchè dettato da una base razionale, si è spesso rivelato fatale. La distanza filogenetica tra un sauro e -ad esempio- una testuggine è infatti davvero notevole.

Attualmente la scienza veterinaria ha raggiunto un buon livello di conoscenza, almeno per quello che riguarda i rettili. Evitate quindi di ricorrere a rimedi improvvisati, ripetendo gli errori passati, e rivolgetevi ad un veterinario esperto ogni volta che il vostro amico a sangue freddo mostri sintomi "sospetti". La tempestività dell'intervento medico potrà infatti salvare la vita dello "squamato paziente" prima che la situazione si aggravi divenendo senza speranza. Nei rettili i sintomi più "gravi" (apatia e sonnolenza) appaiono infatti solo poco prima del decesso.

Sarò grato a qualsiasi veterinario che volesse dare il suo contributo a questa sezione riferendo in maniera molto pratica di come sono state curate patologie riferite a rettili & co. riportando una breve cronistoria su diagnosi, terapia e decorso clinico delle patologie affrontate. Ritengo che questo tipo di contributo potrebbe realmente essere utile sia per noi appassionati che per altri colleghi veterinari che stanno "facendosi le ossa" su di un campo così nuovo.

In questa parte introduttiva eviterò comunque di parlare di diagnosi: la maggior parte dei parassiti, soprattutto batteri e protozoi, richiedono infatti analisi specialistiche per poter essere correttamente classificati ed è veramente impensabile il "fai da te" anche per me che sono patologo clinico e lavoro in un istituto di ricerca (non microbiologico).

I nemici:

Fornirò nelle poche righe seguenti una breve descrizione degli agenti patogeni partendo dai più piccoli per arrivare ai più grandi in modo da fornirvi una relativa scala di grandezza degli organismi con cui abbiamo a che fare:

Virus: si tratta degli esseri più piccoli e controversi del globo terracqueo, sono infatti costituiti di solo materiale genico (DNA o RNA) impacchettato con un po' di proteine, zuccheri e lipidi. Di per se un virus non può neanche essere considerato un essere vivente! E' incapace di qualsiasi cosa: non ha un metabolismo (quindi non consuma energia nè la genera), non si riproduce, insomma cosa diavolo ci sta a fare? Il problema è che i virus sono parassiti superspecializzati: nel momento in cui riescono ad entrare in una cellula la mettono completamente al proprio servizio (proprio grazie al loro materiale genetico) costringendola ad utilizzare tutte le sue risorse per costruire migliaia di nuovi virus fino a farla letteralmente scoppiare. Quella che ho descritto naturalmente non è una regola assoluta, ma descrive bene quelle che sono le patologie più acute e con decorso più infausto per i nostri rettili: chi lo ha provato sui suoi animali sa bene quanto possa essere letale un raffreddore per un serpente.

Batteri: con i batteri (Pseudomonas, Aeromonas, Proteus...) ci spostiamo in un campo ancor più vasto: si tratta comunque di esseri microscopici dotati però di un proprio metabolismo e della capacità di riprodursi, principalmente per via asessuata (mitosi). Proprio per questa indipendenza il batterio di solito si limita a sfruttare l'organismo ospite utilizzandone le risorse alimentari, pertanto salvo eccezioni non vive all'interno delle cellule, ma tra di esse. La sua rapida moltiplicazione è alla base della sua pericolosità (si divide mediamente in due ogni 20 minuti il che significa che in quattro ore da ogni batterio se ne generano 4096, provate un po' a fare il calcolo per 24 ore!). Di solito un organismo sano riesce a prevenire l'espansione di una modesta carica batterica, ma se questi prendono il sopravvento solo una rapidissima diagosi ed una terapia tempestiva possono salvare i nostri beniamini.

Protozoi: i protozoi (amebe, flagellati, sporozoi...) sono decisamente più evoluti: la loro dimensione ed organizzazione interna ricalca quella delle cellule degli organismi superiori. Le forme parassite possono attaccare sia l'ambiente intracellulare che extracellulare. La loro eradicazione è difficile perchè i principi farmacologici attivi contro i protozoi sono solitamente molto tossici anche per l'organismo ospite, in questi casi una posologia ben calibrata risulta fondamentale per non avvelenare i nostri beniamini.

Vermi parassiti: con questo nome vengono descritti una serie di parassiti costituiti da più cellule e quindi organizzati in veri e propri organismi con apparato digerente, riproduttivo, muscolare, ecc. Sono i più grandi ed endoparassiti, ovvero viventi all'interno dell'organismo ospite: tra questi si trovano i classici vermi intestinali del gruppo dei nematodi (vermi cilindrici) o dei cestodi (vermi piatti). L'azione patogenica di questi parassiti è poco evidente se il numero è ridotto, ma nelle condizioni di cattività l'ospite tende a reinfettarsi di continuo (ingerendo le uova rilasciate a centinaia nelle feci) fino a risultare seriamente compromesso. Per fortuna la diagnosi può essere effettuata con successo anche in mancanza di una preparazione specialistica sui rettili, la terapia richiede invece un minimo di conoscenze infatti alcuni principi attivi usati in zootecnia sono letali per alcuni gruppi di rettili (es l'ivermectina per scinchi e tartarughe).

Acari e Zecche: non so se considerarli parassiti in senso stretto: pur dipendenti dal sangue dell'ospite come unico nutrimento, questi "vampiretti" possono svolgere una vita indipendente (e in alcuni stadi della loro esistenza lo fanno effettivamente). Si potrebbero quindi considerare ectoparassiti facoltativi. Per questi animali (appartenenti al vasto phylum degli artropodi) di solito non si ricorre al veterinario in quanto li si individua agevolmente ad occhio nudo e li si elimina con prodotti più o meno specifici, ma ugualmente efficaci (vapona, neguvon, ecc). State però attenti a non intossicare il "paziente"! E ricordate di ripetere il trattamento dopo 15 giorni, il tempo necessario perchè eventuali uova deposte dal parassita si schiudano.

Farmaci e posologia

Entriamo nel merito dei principi attivi utilizzati per la cura dei rettili (purtroppo ho notizie solo su questi) e del loro dosaggio. Il materiale che riporto nelle due tabelle seguenti non è naturalmente tutta "farina del mio sacco", ma è stato liberamente tratto da un libro di R.G. Markel sui Lampropeltis (e quindi si può utilizzare per curare dei colubri... per altri rettili è meglio vi informiate sui dosaggi).

Virus:

Spiacente ma a questo riguardo non ho da dirvi nulla di buono, come accade anche per noi infatti non esistono farmaci veramente efficaci contro i virus. Non vi resta che isolare l'animale infetto e tenerlo nelle condizioni migliori (innalzando leggermente la temperatura e badando che non insorgano sovrainfezioni batteriche). Le infezioni virali di solito stroncano un soggetto nei primi giorni, per cui se riuscite a fargli passare la settimana potete sperare in una sua guarigione.

Batteri:

Esistono numerose specie patogene e per poterle curare efficacemente è necessario identificarle con una certa precisione. Vi indico qui di seguito i dodici tipi più comuni con una numerazione che è riportata poi in tabella al fine di identificare il principio attivo più specifico: (1) Acinetobacter: saprofiti diffusi in suolo ed acque, nell'uomo spesso colonizzano cute e intestino, di solito innocui possono dare meningiti, polmoniti, endocarditi, uretriti; (2) Aeromonas: diffusi nel suolo e nelle acque sono patogeni per gli animali eterotermi dando polmoniti e gastro-enteriti; (3) Citrobacter: causano forme diarroiche; (4) Enterobacter: presenti in suolo, acque, scarichi fognari ed apparato intestinale: è un "parassita dei deboli" divenendo pericoloso solo se l'organismo ospitante è debilitato; (5) Flavobacter: vita e patologia simili ad Acinetobacter; (6) Klebsiella: la specie pneumoniae è la più diffusa e pericolosa dando polmoniti fulminanti, il dieci per cento degli uomini sono portatori sani per cui è possibile trasmetterla agli animali; (7) Providencia: danno infezioni urinarie ed intestinali; (8) Pseudomonas aeruginosa, (9) Pseudomonas fluorescens, (10) Pseudomonas malthopila e (11) altre Pseudomonas: le Pseudomonas sono diffuse ovunque sono infatti i batteri più di "bocca buona" potendosi nutrire di qualsiasi sostanza organica: anche noi ne siamo solitamente ricoperti, pur non colonizzando l'apparato digerente in quanto svantaggiati nella competizione con i batteri simbionti; in soggetti debilitati però divengono patogeni dando forme gravissime suppurative (generano pus) e setticemiche (colonizzano il torrente sanguigno): purtroppo sono anche estremamente resistenti alla terapia antibiotica; (12) Serratia: ha modalità infettive simili agli Enterobacter.

Nome Farmaco Somministrazione Frequenza Dosaggio Patogeni (in ordine di sensibilità)
Amicacina Sottocutanea Ogni 72 ore per 5 volte 2,5 mg/Kg 1,5,6,12,2
Carbenicillina Sottocutanea Tutti i giorni per 6 giorni 50-100 mg/Kg 11,4
Cloramfenicolo Sottocutanea Ogni 12 ore per 6 giorni 10-30 mg/Kg 2,3,11
Gentamicina Sottocutanea Ogni 72 ore per 5 volte 2,5 mg/Kg 7,1,3,8,11
Netilmicina Sottocutanea Ogni 72 ore per 5 volte 2,5 mg/Kg 4,12,9,2,3
Trimetoprim- solfato Sottocutanea Tutti i giorni per 5 giorni 2 ml/Kg 10,5,11,1,7
Tobramicina Sottocutanea Ogni 72 ore per 5 volte 2,5 mg/Kg 9,11,5,6,7
Tilosina Sottocutanea Tutti i giorni per 6 giorni 40-60 mg/Kg 4

Altri parassiti:

Riunisco qui, in un'unica tabella, le possibili cure per gli altri parassiti in quanto si tratta in genere di farmaci specifici. Come nel caso dei batteri vi descrivo prima brevemente il patogeno, tenete conto che la descrizione è spesso ripetitiva perchè è propedeutica al farmaco impiegato, in quanto alcuni farmaci colpiscono un intero sottotipo di parassiti affini (es protozoi del gruppo dei flagellati) mentre altri sono specifici per un singolo genere (es Tripanosomi): (A) Entamoeba: un gruppetto di vere amebe che vivono da commensali nell'intestino dell'ospite nutrendosi di detriti e batteri, alcune forme possono risultare patogene provocando ulcerazioni e, nei casi più gravi, invadendo il fegato; (B) Trichomonas: flagellati di forma piriforme o ovale, solitamente asintomatici possono provocare infiammazioni genito-urinarie o intestinali; (C) Balantidium: grosso ciliato intestinale (0,2-0,4 mm) di solito non patogeno può portare diarree; (D) Rhizopoda: boh?; (E) Flagellati: gruppo generico comprendente Leishmania (trasmessa da piccoli insetti ematofagi: dà lesioni cutanee e mucose più o meno mutilanti), Trypanosoma (trasmessa da piccoli insetti ematofagi: invade sangue e sistema linfatico; nota nell'uomo la "malattia del sonno" trasmessa dalla mosca tze tze), Giardia (parassita intestinale poco patogenico), Trichomonas (vedi B); (F) Ciliati (vedi quanto detto per C); (G) Trematodi: vermi piatti o cilindrici (distomi e schistosomi rispettivamente), imparentati con le planarie, danno gravi forme invadendo il sangue ed il fegato, veramente difficili da curare, in compenso possono comparire solo in animali di cattura perchè il loro ciclo vitale è legato a particolari ospiti intermedi (chiocciole o vegetali acquatici); (H) Nematodi: vermi cilindrici con tegumento rigido (non si contraggono) presentano forme corte come gli ascaridi (spesso parassiti intestinali) o lunghe come le filarie (parassiti cutanei o del sangue), le seconde sono solitamente portate dalla puntura di insetti (ben nota la Zanzara tigre che provoca la filariosi del cane), mentre gli ascaridi seminano uova nelle feci dell'aspite; (I) Cestodi: vermi piatti a corpo segmantato, possono essere lunghissimi (ad es. il nostro "verme solitario" o Tenia) poco gravi se curati prima che debilitino il soggetto infestato: li si individua grazie alle proglottidi (segmenti del corpo pieni di uova, più o meno rettangolari) che vengono liberati con le feci; (J) Lieviti: sono forme di funghi unicellulari che possono divenire infestanti in ospiti immunocompromessi; (N) Protozoi del sangue: i ben noti Tripanosomi (vedi E) ed i Plasmodi malarici; (O)Coccidi: con i generi Emeria ed Isospora, sono parassiti dell'epitelio intestinale solitamente poco pericolosi (ma estremamente perniciosi per i rettili che hanno l'abitudine di leccare il substrato su cui camminano ri infettandosi di continuo); (R) Metazoi: cioè gli organismi pluricellulari in toto.

Nome Farmaco Somministrazione Frequenza Dosaggio Patogeni
Metronidazolo (Flagil) Orale una volta ogni 14 giorni per due volte 80 mg/Kg A,B,C,D,E,F (l'unico ad ampio spettro)
Emetina Sottocutanea ogni giorno per 10 giorni 12 mg/Kg G
Levamisole Sottocutanea una volta ogni 10 giorni per due volte 0,4 ml/Kg H
Praziquantel Sottocutanea somministrazione unica 0,6 ml/Kg I
Ketoconazolo Sottocutanea ogni 12 ore per 6 giorni 2,5 mg/Kg J
Nistatina Orale ogni giorno per 6 giorni 1,2 ml/Kg J
Allopurinale Orale ogni giorno per 7-10 giorni 200 mg/Kg M
Sulfadimetossina Sottocutanea ogni giorno per 6 giorni 10 mg/Kg N,O
Clorochina Sottocutanea a giorni alterni 3 volte 2,5 mg/Kg N
Piperazina Orale una volta ogni 14 giorni 50 mg/Kg R
TetraCloroEtilene Orale una dose 4 giorni dopo il pasto per 3 settimane 0,5 ml/Kg G


In realtà molti di questi composti, indicati per via sottocutanea, possono essere dati anche oralmente, ma ciò è più rischioso perchè può causare malassorbimento a livello intestinale debilitando l'animale malato e rischiando che lo stesso farmaco non raggiunga le concentrazioni ematiche necessarie per la cura.

Da tutto ciò si desume che chiaramente il numero di interventi che un appassionato medio può improvvisare col "fai da te" è limitato (il flagil riuscirebbe a curare la maggior parte delle malattie protozoarie, ma è estremamente tossico, sbagliare dosaggio significherebbe uccidere il vostro animale). Ricordatevi che i principi attivi sopra elencati vengono venduti con nomi diversi (imposti dalle singole compagnie farmaceutiche) e solo dietro presentazione di ricetta medica o veterinaria.

Conclusione

A conclusione di questa carrellata dell'orrore devo dire per tranquillizzarvi che difficilmente animali nati in cattività riusciranno a prendersi i patogeni della seconda tabella, ma per evitare il rischio io vi sconsiglio ciò che molti invece consigliano: non raccogliete cibo vivo in natura. La mia Pogona è morta in una settimana per un'infezione acuta da Coccidi (normalmente poco patogenici) e la fonte del contagio è sicuramente stata la verdura (foglie di tarassaco) e gli insetti "selvatici" (cavallette) che le avevo dato durantre il primo mese d'allevamento.



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