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Periophthalmus sp.

Articolo e fotografie di Luigi Sansone


La magnifica pinna dorsale del perioftalmo è usata per segnalare il territorio. Unica foto di Roberto Benelli Un giorno, mentre camminavo alla ricerca di negozi specializzati in acquarofilia, mi capitò di trovarne uno bellissimo fornito di numerosi acquari sia marini che d'acqua dolce. Entrando mi affrettai a dare un occhiata alle vasche e, dopo aver preso una piantina galleggiante (le mie preferite), andai a pagare. Un grosso terracquario ingombrava la cassa, questo era formato da una piccola parte all’asciutto e da una cascatella. Un cartello declamava: "Preparatevi a scoprire l’anello mancante della catena evoluzionistica, il Periophthalmus un animale metà pesce e metà anfibio: potrà essere nelle vostre case a sole 18.000 lire" (oggi si trova dai 5 ai 20 euro). Confuso cercai tra gli anfratti del terracquario e riuscii a vedere uno strano pesce che sostava oziosamente su una pietra fuori dall’acqua. Sbalordito e meravigliato incominciai a fare domande al negoziante.
Purtroppo in quell'occasione non potei comprarlo, ma quello strano pesce mi rimase impresso nella memoria a lungo, decidendo alla fine che lo avrei allevato. Aspettai circa un anno prima che il mio negoziante di fiducia me ne riuscisse a procurare ben 3 giovani esemplari.

Vita in natura e caratteristiche generali. Il Periophthalmus non fa parte della classe degli anfibi, come si potrebbe pensare, ma di quella dei pesci. Questi pesci, noti anche come mudskipper (saltafango) fanno parte della famiglia dei gobidi (come le nostre bavose e ghiozzi) e comprendono circa 35 specie, di cui solo 15 sono quelle descritte accuratamente e conosciute in tutto il mondo. Tra queste troviamo il P.argentilineatus, P.barbarus, P.chrysospilos, P.gracilis, P.kalolo, P.magnuspinnatus, P.malaccensis, P.minutus, P.modestus, P.novaguineaensis, P.novemradiatus, P.spilotus, P. walailakae, P.waltoni e P.weberi.
Quasi tutte le specie di Periophthalmus vivono in acque salmastre, occupando quasi tutta la fascia territoriale che va dall’equatore ai tropici. Il tipico ecosistema è rappresentato dalle foci dei fiumi, meglio se in presenza di mangrovieti.
A causa dei continui cambiamenti della concentrazione del sale nell’acqua, legata ai fenomeni di marea, i perioftalmi vengono considerati pesci eurialini, come molte altre specie che occupano le medesime aree. In particolare, in queste zone, il flusso delle maree è così accentuato da creare periodi di acqua alta e periodi di secca.
Per questo motivo i Periophthalmus hanno adattato il loro corpo in modo da potersi muovere agevolmente anche all'asciutto: le pinne anteriori si sono trasformate in vere zampette con cui i pesci possono spostarsi sulla terraferma ed hanno adottato un sistema molto ingegnoso di respirazione immagazzinando l’acqua nella grossa bocca e nelle camere branchiali (per questo gli orifizi branchiali sono estremamente ridotti) per potersi ossigenare sulla terraferma senza polmoni. Inoltre, per lubrificare gli occhi che sono posti sulla sommità del capo, li ritraggono all'interno di esso.

Maestro di agilità, appollaiato su un ramo Ogni specie colonizza luoghi diversi. Il P.barbarus è l’unico a vivere in Africa occidentale, mentre gli altri occupano piccoli arcipelaghi, coste e grandi isole (Africa orientale, Arabia Saudita orientale, India meridionale, Malesia, Vietnam, Filippine, Indonesia, Giappone e Korea).
In natura questi simpatici pesci amano sostare sotto i raggi solari, mentre non amano molto restare in acqua. Il cibo più apprezzato dal Periophthalmus è il granchio, che viene catturato compiendo prodigiosi salti con l'ausilio della coda (anche 1,5 m). Altre prede gradite sono piccoli pesci, anellidi ed artropodi.
Quando la marea si alza i Periophthalmus, da predatori, si ritrovano nel ruolo di prede di varie specie di pesci; è questa la principale ragione della loro preferenza istintiva per l'ambiente asciutto. Non a caso quindi questi pesci preferiscono colonizzare i mangrovieti, sui cui rami e radici possono rifugiarsi anche in condizioni di "acqua alta".

Questi simpatici gobidi hanno un'indole piuttosto aggressiva a causa di una spiccata territorialità che compare nell'età adulta. Questa è particolarmente presente nei maschi, che segnalano l'occupazione del proprio territorio ai rivali usando i primi raggi della pinna dorsale come una "bandiera". I piccoli passano invece insieme tutte le ore della giornata senza manifestazioni combattive.
In particolare il P.barbarus da adulto è particolarmente "antisociale", divorando gli avannotti della propria specie ed arrivando addirittura a mangiare, quando affamato, esemplari di poco inferiori alla propria taglia.

Le dimensioni di questi pesci variano notevolmente a seconda della specie (dai 20 cm dei P.barbarus ai 5 cm dei P.novemradiatus). Riconoscere le varie specie di Periophthalmus non è difficile: i caratteri generali di ogni specie si distinguono dalla forma e colore della pinna dorsale e dalla colorazione e la grandezza del corpo che assumono in età adulta.

I perioftalmi amano fare basking direttamente sotto uno spot La scelta: dato che questi animali sono rappresentati esclusivamente da esemplari selvatici di cattura, a causa dell'insuccesso della riproduzione in cattività, hanno ancor più bisogno di uno spazio sufficientemente grande. Le razze più commerciate dai negozianti sono P.barbarus (il più importato in assoluto), P.argentilineatus (anch'esso presente, ma meno del barbarus) e P.novemradiatus (il più adatto all’allevamento grazie alla piccola taglia).
Prima di comprare il nostro esemplare di Periophthalmus dobbiamo accertarci delle sue condizioni di salute. Controllate sempre innanzitutto se è vivace, in carne, con pinne integre ed il colore delle squame. Consiglio in particolare di verificare la colorazione della pelle perchè ci indica lo stato di salute dell’animale. Capita che il colore della pelle non si adegui all’ambiente mostrando tonalità troppo accese o troppo spente... sono ambedue segni di notevole stress.

La vasca: ho cambiato ripetutamente vasche ed allestimenti per arrivare all'acquario più idoneo per questa specie di pesce. Ho allevato un solo esemplare di P.barbarus anche in un acquario di modica grandezza (30 litri). Ma se vogliamo far vivere decentemente un esemplare adulto dovremmo possedere un acquario di dimensioni abbastanza elevate (50 litri), che dovrebbe essere sviluppato più in lunghezza che in altezza. Se vogliamo allevare piccoli esemplari, come nella mia prima esperienza (erano 5 cm), possiamo usare un acquario di circa 60 litri per 3 Periophthalmus (quindi 20 litri a esemplare).
Ogni specie di Periophthalmus ha comunque esigenze diverse riguardo la grandezza dell’acquario e altre particolarità (presenza di più individui nella stessa vasca), quindi dovremo adattare ogni allestimento a seconda della specie.

L’acquario va dotato di un filtro adeguato per rimuovere le copiose deiezioni prodotte dai perioftalmi e gli eventuali residui di cibo; la pompa deve però determare un flusso d'acqua debole, per non infastidirli. Consiglio un cambio parziale dell’acqua ogni due settimane in ragione del 25% del volume d'acqua ed un cambio totale ogni 6 mesi.

Visione panoramica della vasca dall'alto, sulla destra la parte emersa La difficoltà nel realizzare un acquario per i Periophthalmus consiste nel creare una parte all’asciutto pur lasciando a disposizione una grande pozza d’acqua dove l’esemplare possa immergersi a piacimento.
Quindi la vasca sarà un vero terracquario. Procedendo con ordine metteremo prima uno strato di sabbia finissima di fiume che formi una parte all’asciutto tipo piccola spiaggia, poi sia nella zona acquatica sia sulla zona asciutta metteremo tante radici di mangrovia, o in alternativa i tronchi della savana, in modo che formino svariati nascondigli (il legno tende comunque ad immettere nell’acqua materiale organico potendo arrivare a decomporsi, quindi alle volte è preferibile usare radici artificiali in resina), poche pietre ben levigate senza spigoli appuntiti ed infine, nella parte terrestre, potremo inserire piante come la Kentia che -come la maggior parte delle palme- sopporta acque salmastre e la forte umidità. Nella parte acquatica consiglio l’uso del muschio di Giava, Ceratophillum demersum, Egeria densa e della Vallisneria spiralis, oppure piante galleggianti come la Lemna minor o la Salvinia natans, che riescono a sopportare salinità moderate. Le piante finte possono dare un tocco decorativo e visivo, oltre a rappresentare un ottimo rifugio per gli inquilini.

I valori chimici dell’ acqua sono molto importanti, infatti il Periophthalmus necessità perlomeno di piccole quantità di sale. Molti sostengono inutile l’immissione di sale marino nell’acqua, ma in queste condizioni il pesce diventerà sempre più debole e vulnerabile alle malattie. Quindi consiglio l’aggiunta di sale marino all’acqua di rubinetto (quello dei negozi d'acquariologia e non quello da cucina) trattata possibilmente con biocondizionatori atti ad eliminare cloro e metalli pesanti.
Precisamente, per ottenere la densità di circa 1008-1010 (la migliore secondo il mio punto di vista) dovremo aggiungere circa un cucchiaio da tavola di sale marino per ogni 1,5 litri d’acqua. Il ph dell’acqua dovrà essere molto elevato, tendendo al basico (7.5-8.0), caratteristica tipica di tutti gli ambienti di acqua salmastra, in cui i carbonati dell'acqua dolce saturano l'acqua marina con cui vengono a contatto. Per stabilizzare il Ph su questi valori è utile aggiungere all'arredamento della vasca delle pietre calcaree (es il marmo) o dei gusci di conchiglia.

Decisamente più terricolo che acquatico Per quanto riguarda il riscaldamento ho molte cose da dire. Innanzitutto il Periophthalmus è un animale che muore al calare della temperatura (anche a 22 gradi C sopravvive a stento). I miei esemplari stavano morendo nel breve tragitto dal negozio a casa, con una temperatura che oscillava intorno ai 20°C. Sono riuscito a portarli vivi fino all’acquario che avevo allestito, tuttavia la loro morte fu posticipata di un solo anno, quando la rottura accidentale del termostato me li "freddò" letteralmente! Quindi dotate l'acquario di un termometro preciso e di almeno un paio di fonti di riscaldamento (tipicamente un termoriscaldatore di vattaggio adeguato ed un piccolo spot ad incandescenza). Anche l’umidità e il calore presenti nell’aria sono fondamentali. La temperatura ottimale dell’aria e dell’acqua è di 26-30° C con un’umidità del 70-80%.
L’illuminazione è anch’essa fondamentale non solo per riscaldare l’aria atmosferica, ma soprattutto perché i Periophthalmus amano sostare pigramente sotto i raggi della lampada effettuando un vero "basking". La fonte di luce può essere ad incandescenza, di quelle comunemente usate per rettili, ovvero essere costituita da neon per acquari, che però a volte non garantiranno una fonte di calore sufficiente.
Infine consiglio vivamente di dotare la vasca di un coperchio a prova di fuga perché questi pesci hanno le pinne anali unite a formare una ventosa che permette una buona presa nonchè la capacità di compiere noteboli salti.

Alimentazione: in natura i Periophthalmus si nutrono prevalentemente di granchi adottando un sistema di caccia molto ingegnoso che consiste nell'individuare ed attaccare soprattutto i crostacei in muta. La dentatura dei Periophthalmus è comunque molto sviluppata e caratterizzata da numerosi denti aguzzi.
In acquario possiamo somministrare vari cibi che elenco di seguito: Il cibo dovrà essere il più vario possibile e somministrato 2 volte al giorno in medie quantità. Se la temperatura è calda i nostri amici mangeranno volentieri qualsiasi pasto gli somministriamo, mentre se la temperatura è "fredda" (sotto i 22 gradi) i Periophthalmus rifiuteranno categoricamente di alimentarsi.

L'igiene è fondamentale, verificate che l'acqua sia sempre cristallina Malattie ed infezioni: il Periophthalmus è soggetto a vari tipi di patologie tra cui parassitosi intestinali e infezioni cutanee.
Il problema più frequente di questo pesce è l’infiammazione o l’irritazione dell’occhio che si manifesta con una grossa membrana gelatinosa che sovrasta l’occhio malato. Questa produzione mucosa è il tipico campanello d'allarme di una scarsa igiene della vasca, che risulta infestata da diversi ceppi di batteri. Questi si nutrono prevalentemente delle abbondanti sostanze organiche presenti ma, già che ci sono, "assaggiano" il nostro povero pesce!
Dato che questo fenomeno può portare alla cecità, consiglio di prevenire fin dal principio il problema pulendo accuratamente l’acqua da residui animali o vegetali in decomposizione. Il trattamento con gocce medicinali direttamente sull’occhio malato è infatti difficile da attuare, mentre la dispersione del farmaco nell' acqua della vasca -oltre a rendere difficile un dosaggio preciso- destabilizza il filtraggio biologico.
Se si ripristinano prontamente le condizioni ottimali (a costo di riallestire ex novo la vasca), alzando anche la temperatura ai valori più alti, molte volte il pesce riesce a recuperare e la malattia regredisce spontaneamente. Se invece viene trascurata spesso contagia anche l’altro occhio, rendendo cieco -e quidi condannando a morte- il povero Periophthalmus.

La seconda, ma meno frequente, patologia è l’infezione cutanea da ittio, un protozoo che comunemente attacca i pesci d’acquario sia dolci che marini, manifestandosi sotto forma di numerosi piccoli puntini bianchi sulla pelle.
Se la malattia non è grave la soluzione più semplice consiste nell’impiego dei comuni medicinali da dosare a gocce, che si immettono nell’acqua, colorandola di una tinta smeraldina o bluastra (verde malachite, o blu di metilene rispettivamente).

Un'altro problema che talvolta si manifesta è la sfrangiatura o rottura delle estremità delle pinne. Questo fenomeno può essere dovuto alla carenza di nutrienti fondamentali, come le vitamine o il calcio, ovvero a causa di infezioni batteriche o fungine. Per annullare questo problema basta comunque somministrare cibi differenti al Periophthalmus, o cospargere di vitamine in polvere per rettili le prede da offrire al pesce.
Un'ultima malattia che crea numerosi fastidi è l’infezione dell’intestino. In questo caso il Periophthalmus tende a perdere peso, "sgonfiando" progressivamente la pancia. Non è tuttavia difficile annientare questo problema tramite l’impiego di medicinali antifungini o di sverminanti intestinali.

Riproduzione: purtroppo, come detto in precedenza, ci sono pochissime notizie sulla riproduzione di questo pesce a causa dei limitatissimi (e mai completi) successi ottenuti in cattività. Una delle poche nozioni ottenute dallo studio di alcuni esemplari è l'osservazione dello scavo di buche poco profonde e di grosso diametro (una sorta di piscina) nel fango melmoso da parte del maschio, in occasione della bassa marea. All'interno di queste strutture, che hanno al centro una tana, viene attirata la femmina e qui si hanno i rituali amorosi e la deposizione e fecondazione delle uova.
Questi simpatici pesci si cimentano in vere e proprie danze di corteggiamento spiegando le proprie pinne dorsali dotate di sgargianti colori. Molte sono le lotte tra maschi per l'accaparramento di una compagna e molte sono le lotte per la difesa delle uova all’interno del nido. Infatti le uova, secondo molti scienziati, risiederebbero alla base delle tane accuratamente scavate dai maschi e probabilmente sono semi-sommerse dalla poca acqua che è rimasta dalla precedente marea.
Nelle normali condizioni di cattività in cui li alleviamo tuttavia i pesci si trovano in spazi troppo angusti ed in assenza di veri flussi di marea, per cui non prendono mai in considerazione l'impresa riproduttiva.

Compagni di vita in acquario: molti sono i pesci e gli invertebrati eurialini che vivono a stretto contatto con i Periophthalmus. Anch’essi colonizzano le foci dei fiumi vivendo in acqua salmastra, ma a differenza del Periophthalmus si spingono in aree più ampie, raggiungendo anche le coste dell’America meridionale. Alcuni di essi possono vivere in cattività con il nostro "saltafango", ad esempio i Poecilidi come la P.latipinna e la P.velifera, a patto che le dimensioni della vasca e la profondità dell’acqua siano abbastanza grandi da soddisfare le esigenze di nuoto di questi pesci.
Tuttavia il pesce più adatto da immettere nello stesso habitat del perioftalmo, secondo il mio parere, è il Taxotes jaculatrix (pesce arciere), una convivenza che già avviene normalmente in natura. Questo pesce ama cibarsi di insetti, ma non potendo uscire dall'acqua come il perioftalmo, ha messo a punto un sistema di cattura alternativo. Da sotto il pelo dell’acqua punta gli insetti che si posano sulle foglie e sulle radici delle mangrovie e, con uno “sputo” d'acqua, li centra facendoli cadere nell'elemento liquido... e quindi in bocca.
Un altro possibile compagno di vasca del Periophthalmus potrebbe essere il Monodactylus, un bel pesce di branco dai colori argentati, che però è tendenzialmente dulciacquicolo da giovane, mentre diviene schiettamente marino da adulto.
Sconsiglio invece come compagni di qualsiasi pesce salmastro i Tetraodon (pesci palla) perchè aggressivi e molto territoriali. Questi hanno inoltre un piccolo becco corneo capace di infliggere profonde ferite a qualsiasi compagno di vasca.
Un pesce che probabilmente riscuoterà successo nel nostro acquario in compagnia del Periophthalmus è il Chanda ranga. Questo pesce in natura ha una colorazione grigio-gialla sulle pinne, mentre è trasparente su tutto il resto del corpo facendo così intravedere l'anatomia interna come la spina dorsale o la vescica natatoria. Purtroppo in commercio sono comparsi esemplari di questo pesce colorati artificialmente tramite l'inoculo di coloranti fluorescenti per renderli più facilmente vendibili, anche se questa pratica accorcia loro la vita... inutile dire che bisogna disincentivare questa pratica acquistando solo esemplari naturali.
A completamento della vasca possiamo aggiungere un bel un gruppetto di comuni lumachine che, oltre a integrare la dieta del perioftalmo, aiutano ad eliminare qualsiasi residuo di cibo.

Habitat d’acqua salmastra. Questo fantastico mondo che vede flussi continui di maree e cambiamenti ricorrenti e repentini delle caratteristiche dell’acqua è unico per fauna e flora e proprio per questo motivo voglio dedicargli un paragrafo a parte. Questo habitat localizza necessariamente in tutte le foci dei fiumi di tutto il mondo. Ma la biocenosi salmastra più ricca e varia la troviamo lungo tutta la fascia che và dall’equatore ai tropici.
Questo habitat è caratterizzato dalle famose piante di mangrovia che radicano alla foce dei fiumi. Queste sono divise in mangrovie rosse (le più comuni), bianche e nere. Grazie ad esse l’acqua viene filtrata attraverso le lunghe radici che si ergono fuori dall'acqua formando bellissimi ambienti ricchi di nicchie ecologiche diverse, dove si possono avvistare numerose varietà di animali quali uccelli, pesci, rettili ed invertebrati. Sono numerose le colonie di uccelli che nidificano tra i contorti rami delle mangrovie approfittando della grossa quantità di cibo disponibile a portata di becco. Queste piante, grazie alle loro radici, creano vere e proprie isole intrappolando sabbia e detriti. Il biotopo salmastro è mantenuto grazie al continuo flusso delle maree che alzano il livello dell’acqua fino a 5 metri, mescolando l'acqua dolce del fiume con quella marina. Ogni volta che la marea si ritira i pesci la seguono per non restare al secco... rimangono solo le mangrovie, il fango... ed il nostro incredibile perioftalmo!

Conclusioni: la nozione fondamentale da osservare per far vivere bene il nostro esemplare è la temperatura, infatti se è calda (26-30 gradi) vivrà a lungo. A questa segue la pulizia regolare della vasca. Alcuni ritengono inutile l’impiego di sale marino, ma l'uso di sola acqua dolce facilita alcune infezioni, per cui è sempre meglio aggiungerlo, anche se in piccole quantità. Prese in considerazione queste nozioni basilari chiunque di voi dovrebbe essere in grado di allevare questo fantastico pesce anfibio, il Periophthalmus.

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