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Elaphe sp.

Sul genere Elaphe esiste un bel sito italiano dedicato per cui non voglio "sconfinare", visto che però l'intento è quello di riferire esperienze personali ho pensato di dare un breve apporto. Le mie esperienze si riferiscono alla nostrana Elaphe longissima (tranquilli! L'ho allevate un sacco di anni fa, prima che qualcuno si svegliasse e decidesse di fare una bella riunione a Berna!), ed alla arcinota E. guttata. Ne riferirò insieme perchè tutto sommato il loro allevamento non è così diverso, fatta eccezione per le tendenze più arboricole della longissima.

Colpo di fulmine: la mia storia con le Elaphe ha avuto un excursus quasi identico per ambedue le specie: ero andato in un negozio d'animali per tutt'altro e le ho viste!

Elaphe longissima

Conosciuto come Saettone o Colubro d'Esculapio questo serpente può raggiungere eccezionalmente i due metri di lunghezza (rimanendo di solito intorno ai 140 cm). Il suo areale di diffusione è piuttosto ampio trovandosi in Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Austria, Cecoslovacchia, Albania, Grecia, ex Iugoslavia, Polonia, in gran parte dell'ex URSS, e spingendosi fino alla Turchia ed all'Iran settentrionale. Predilige zone piuttosto aride solitamente con copertura arbustiva o cespugliosa, colonizza spesso muretti a secco ove trova rifugio. Nella stagione calda lo si può rinvenire anche immerso nell'acqua sulla riva di raccolte prive di corrente ove cerca un po' di refrigerio.
Di abitudine è crepuscolare muovendosi preferenzialmente nel tardo pomeriggio estivo, tuttavia all'inizio dell'attività primaverile, quando il clima è ancora "fresco", si comporta da vero diurno e lo si può sorprendere mentre fa "bagni di sole" alla stregua di un qualsiasi biacco. Mentre i piccoli si cibano principalmente di lucertole (ma si vede chiaramente che preferiscono un topolino, purchè gli riesca di ingoiarlo) gli adulti sono grandi divoratori di roditori, pur integrando la dieta anche con uccelli e nidiacei (in effetti la longissima è un buon arrampicatore come dimostrano le squame ventrali che sono carenate).

longissima, primo amoreNel caso della longissima, che fu in assoluto il primo serpente con cui mi cimentai, si trattava di due piccoli appena nati da una coppia di adulti che un negoziante allevava per suo diletto (a quei tempi non si vedevano serpenti nei negozi d'animali salvo qualche pitone reticolato). Dovevano veramente essere altri tempi perchè quel negoziante (che non mi conosceva), stupito dal fatto che avevo identificato la specie (e le piccole longissime sembrano decisamente più natrici dal collare che quello che sono), mi chiese se le volevo!!! Me le ha regalate!!!
Non ci ho pensato neanche un attimo e sono tornato a casa con i miei piccoli tesori (i miei genitori furono un po' meno contenti, ma li avevo "educati" fin da piccolo alla mia passione per gli "animali insoliti", quindi tutto risolto).
Ho passato un intero anno a catturare lucertole, guardando l'esperienza con gli occhi di oggi mi sembra ancora impossibile: alla fine le riuscivo a prendere a mani nude prima che riuscissero a rintanarsi, ero più veloce di un colubro lacertino! Così i serpentini raggiunsero la rispettabile taglia di 50 cm.
A quel punto avevo bisogno di topi, ma nessuno li teneva (ok, ok, questa esperienza mi data come matusalemme!), per fortuna erano di moda i topolini "messicani" o "ballerini": versioni miniaturizzate del topo domestico, che per una mutazione si agitano come forsennati correndo in tondo. Mi misi ad allevarli, le covate erano più scarse rispetto al topo tradizionale (max 5-6 piccoli), ma sufficienti a coprire il mio fabbisogno. Oggi posso dire che quei topini sono stati giustamente rivalutati come cibo vivo: la loro taglia ridotta ed il loro pazzo movimento si adatta a meraviglia a serpenti di piccola taglia ed un po' svogliati. Comunque i due serpenti gradirono enormemente il cambio di dieta (si vede che il topo è la loro preda ideale) e crebbero ancor più rapidamente. Con loro inventai e tentai l'espediente del tacchino descritto nel capitolo sui Lampropeltis. Funzionò e passai progressivamente alla sola dieta a striscie di tacchino, arricchendola con vitamine (tipo idroplurivit) e polvere d'osso di seppia come riserva di calcio. Crebbero ancora e a primavera vidi i primi combattimenti mimati (scoprendo così il loro sesso). Inutile dirvi che si trattava di due maschi! Per cui non ho nulla di riproduttivo da raccontarvi. ACCIDENTI CHE SFIGA!!!

A mo' di inciso dirò che il terrario in cui sono vissuti (50Lu x 40La x 80Al) e cresciuti era sprovvisto di riscaldamento ed illuminato da un tubo al neon; sul fondo usavo, ed uso tutt'ora per quasi tutti i miei animali, uno strato di torba. Le pareti della teca, fatta ovviamente eccezione per quella frontale, erano rivestite in sughero. Come arredamento avevo posizionato numerose radici e rami, ho provato un paio di volte a coltivare delle piante, ma solo con serpentini ancora piccoli sono riuscite a sopravvivere per qualche mese! I pasti furono frequenti fintanto che i serpentini erano giovani (nutriti a sazietà una volta alla settimana), mentre una volta raggiunti i 120-130 cm ci fu un vistoso calo di appetito e si nutrivano solo da fine febbraio a fine maggio e ancora un po' a settembre.

Elaphe guttata (Pantherophis guttatus)

Descritta da Linneo nel 1766, è considerata negli USA quale primo serpente "addomesticato" (i primi stocks sono datati 1970), alla stregua di cani, gatti e pappagalli viene ormai riprodotto in cattività da numerosissime generazioni e con una infinità di varietà ottenute tramite ibridazione selettiva. Poichè anche in libertà si presenta con una grande variabilità di livree inizialmente era stata descritta con nomi specifici diversi. In italiano talvolta il suo nome comune anglosassone "corn snake" viene erroneamente tradotto in serpente del grano, mentre "corn" significa mais. Il nome vi dice già quale sia l'ambiente preferito dalla guttata selvatica: campi di mais, meglio se infestati dai topi! Mentre la guttata ha come caratteristica una tendenza a tonalità di rosso/arancio nella livrea, il suo cugino "povero", l'E. emoryi, presenta una base grigia nella livrea e per questo non viene degnato di uno sguardo!
Negli USA è diffusa dal Mariland alla Florida, ed è proprio negli stati più meridionali (Carolina del sud e Florida) che si trovano gli esemplari selvatici con colorazione più rossa da cui sono stati selezionate le varietà più appariscenti. Benchè esistano rare segnalazioni di individui lunghi fino a 180 cm in genere le dimensioni di questo serpente in cattività si aggirano intorno ai 130 cm.
In libertà predilige località assolate con copertura cespugliosa, ma si adatta agli ambienti più svariati, pur essendo un buon arrampicatore lo si trova quasi sempre sul terreno, questa "scelta" della guttata è probabilmente dovuta al fatto che questa Elaphe condivide lo stesso areale in cui vive la sua cugina obsoleta, di tendenze decisamente più arboricole. Quindi la competizione alimentare la avrebbe spinta ad occupare una nicchia ecologica diversa. Sia in libertà che in cattività le abitudini della guttata sono decisamente notturne essendo un cacciatore attivo (a differenza della nostra longissima che preferisce darsi agli agguati).
Questa specie ha una rapidità di crescita impressionante (cibo permettendo) raggiungendo la maturità sessuale dopo solo 18-24 mesi e la taglia massima intorno ai 3-4 anni, in media la vita si aggira intorno ai 12 anni con punte di 18 ed un primato di 21 anni e 9 mesi (fondamentale per una vita più lunga è il letargo invernale).

questa non è la mia! L'incontro: la dinamica è stata simile a quanto accaduto con le longissime, ero in un negozio per ordinarmi due coppie di Anolis (carolinensis e sagrei), quando l'occhio mi è caduto su un contenitore con due baby guttate, stranamente mia moglie (cui i rettili sono generalmente indifferenti) si lasciò sfuggire un "che carine" ... ed era fatta (inutile dire che questa volta non me le hanno regalate, anzi, visti i prezzi nei mercatini su internet le ho pagate cinque volte il loro valore, che "besugo" a non avere internet allora!).
Comunque soddisfatto me le sono portate a casa. Quel periodo ha coinciso col raggiungimento dell'età adulta dei miei Lampropeltis, per cui i topini non mancavano di certo. Purtroppo però uno dei due esemplari rigurgitò un pasto dopo l'altro fino a morire, tre mesi dopo, di fame nonostante tutti i miei sforzi e cure. Il negoziante negò ogni coinvolgimento, ma notai, suo malgrado, che altri esemplari in suo possesso sembravano affetti dalla stessa patologia (lì sicuramente non comprerò mai più nulla). Il superstite, battezzato Papillon per i suoi continui tentativi di fuga, è cresciuto rapidamente e a due anni e mezzo, ha raggiunto i 130 cm di lunghezza, ed è risultato, guarda caso, un maschio!

Allevamento: Prima di tutto quale varietà scegliere? Non avete che l'imbarazzo della scelta vi avviso però, a scanso di brutte sorprese, che i guttata neonati sono grosso modo tutti uguali (ok, gli albini si riconoscono benissimo!) per cui un esemplare venduto come "oketee" o "miami" potrebbe rivelarsi tutt'altro pochi mesi dopo. Se non avete velleità particolari o se avete modo di vedere i riproduttori potete quindi acquistare anche neonati (risparmiando) se no vi conviene prendere esemplari di almeno 8 mesi, in cui la colorazione è già sviluppata. Se vi piaccioni gli ibridi questa è in assoluto la specie più ibridata e potrete trovare mix con vari Lampropeltis (getulus, triangulum, alterna) o con E. obsoleta o Pituophis catenifer. Ma a che serve modificare un serpente che è già un capolavoro?

il mio bellissimo papillon Il terrario: tutto sommato è un serpente che si adatta ad ogni spazio, ma questo non significa che bisogna segregarlo in un "lager" (mi riferisco ai faunabox ove ho visto tenere delle guttate di 120cm!), meglio usare la vecchia formula lunghezza+larghezza del terrario=lunghezza del serpente da ospitare quindi base 80 x 40 per una guttata adulta di 120cm o giù di lì. Attenti alla chiusura del coperchio e a eventuali fori, come ho detto la mia guttata ha preso nome Papillon (avete visto il film "Fuga da Alcatraz" con Steve McQueen?) per le sue abili fughe.
Come sempre l'arredamento è questione di tempo e di gusti: io che non faccio l'allevatore posso permettermi torba sul fondo, rami e cortecce; altri foglio di giornale e scatola di plastica come nascondiglio. Comunque non deve mancare un ampia bacinella d'acqua in cui possano anche immergersi (lo fanno d'estate se hanno caldo). La luce se volete metterla servirà solo a voi, le guttate sono notturne ed amano la penombra quindi perchè non risparmiare qualche watt? Se abitate sull'Everest dovrete garantire con una piastra riscaldante una zona del terrario a 24-27°C, vi giuro che io non ho mai usato fonti di calore e Papillon ha continuato a mangiare e defecare regolarmente (solo con temperature sotto i 20° si è fermato!).

Cibo: non avrete mai problemi con una guttata (a meno che sia malatissima) mangiano sin da piccole topini vivi o surgelati, pezzetti di carne (se sfregate la carne sui topi si abitua all'odore e poi mangia indifferentemente l'uno o l'altro) e qualsiasi cosa che sia animale e gli entri in bocca! Ma i topi sono OK, quindi allevateli o fatevi una scorta di "surgelati" da qualche grossista ed i vostri problemi sono finiti. Se date topi vivi vedrete con quanta destrezza li acchiappano subito dietro la testa per poi strangolarli senza farsi mordere (non è un bello spettacolo, ma devo ammettere che sono davvero abili) evitate però di dare topi vivi a serpenti che si sono abitualmente nutriti di morti non sono allenati e di solito si prendono dei morsi. Se il serpente ha fame mangerà subito, se no ignorerà la preda, per cui non lasciate topi vivi a scorrazzare nel terrario a rischio dell'incolumità del rettile. Se avete più esemplari di guttata nella stessa teca controllate che non cerchino di rubarsi la preda potrebbero attaccare il topo uno dalla testa ed uno dalla coda e poi uno dei due serpenti ingollare l'altro insiame al topo! Nonostante i lunghi anni di cattività l'ora migliore per nutrire i nostri beniamini è ancora l'imbrunire, quindi perchè non accontentarli?

Riproduzione, ovvero quello che non vedrò mai: io non ho proprio chances e ora ho scambiato il mio Papillon con la Riopa fernandi di Feliciano.
Vi scrivo quindi ciò che ho letto. A differenza di quasi tutti i colubridi la guttata è propensa a riprodursi anche se non ha fatto letargo (o brumazione, che dir si voglia), comunque i più asseriscono che un breve periodo a temperature più basse (bastano 17°C per quattro settimane, ma i maniaci li ibernano per tre mesi) rendono la coppia più produttiva. Per distinguere i sessi senza le apposite sonde (ora, grazie a Elaphabio, ho imparato) bisogna che gli animali siano sessualmente maturi se no diviene arduo. Quindi se si ha una coppia si è già risolto l'unico vero inconveniente che potrebbe capitarvi.
Una volta che la coppia è riportata alla temperatura d'allevamento comincia a nutrirsi avidamente (siate pronti perchè la femmina diventa una mangiatopi a ripetizione), e, dopo la muta, cominciano i ripetuti accoppiamenti (15-30 minuti l'uno!) per alcune settimane (in questo periodo l'interesse per il cibo è ridotto). Circa 60 giorni dopo, a una-due settimane dalla muta, si ha la deposizione; preparate quindi un apposita "scatola" riempita con muschio umido. La covata va da 5 a 30 uova di dimensioni variabili; talvolta la femmina può dare una seconda deposizione durante l'estate. Le uova vanno mantenute nella posizione in cui sono deposte e, se adese una all'altra, lasciate tali; l'incubazione ottimale si ha con temperature di 26-27°C mantenendo un elevato tasso di umidità. La schiusa avviene, a queste temperature, dopo 50-60 giorni; a temperature inferiori le uova possono impiegare anche 100 giorni. Alla schiusa i piccoli sono lunghi circa 25 cm, muteranno la pelle dopo una settimana e cominceranno a nutrirsi. Ah, dimenticavo, gli unici momenti in cui le guttate mangiano un po' meno è proprio quando una muta si avvicina.

Per concludere direi che per allevare l'Elaphe guttata non c'e' bisogno di alcun accorgimento particolare, in base alla mia esperienza direi che basta comprarle sane (non è però detto che il fatto che siano "mangianti" corrisponda a questo requisito).



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