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Pituophis sp.

Prima di tutto permettetemi di indicarvi un link utilissimo per permettervi di riconoscere le specie di Pituophis di cui parlerò in questo articolo. Fatta questa precisazione passiamo ai nostri beniamini!

A questo controverso genere di colubridi sono state ascritte ad oggi cinque specie di serpenti del nord America (li troverete on-line sotto gli pseudonimi anglosassoni di pine, gopher, indingo e bull-snakes). Le sottospecie sono numerosissime e la loro classificazione è tutt'altro che definita, per cui potreste trovare delle varietà di difficile identificazione. Il loro habitat si estende dal sud del Canada all'America Centrale (Guatemala), con le maggior parte delle specie concentrate negli USA. Colonizzano gli ambienti più svariati dai boschi di conifere (da cui il nome) alle praterie, dalle pianure alle montagne; preferendo comunque zone dal clima piuttosto secco e con terreno sabbioso. Amano colonizzare le tane dei roditori predati facendone il proprio rifugio. Gli esemplari selvatici mostrano un temperamento fiero e combattivo esibendo parate di minaccia basate su forti sibili, vibrazioni della coda, apertura della bocca e appiattimento del capo, in compenso sono raramente mordaci. Negli USA sono vendutissimi, qui in Italia non sono "di moda" per cui non li ho mai visti, né in negozi né a mostre (o forse non li ho notati??) per cui, nonostante la loro abbondanza nel mercato USA, da noi possono essere considerati dei veri e propri "amici insoliti".

Le specie: P. catenifer (gopher snake) con i suoi 275 cm di lunghezza totale è un serpente di tutto rispetto; comprendendo ben 10 sottospecie descrivere il fenotipo caratteristico della specie diviene piuttosto arduo. In genere il colore base è giallo/bronzo/crema colorato con losanghe o rettangoli dorsali marron/nero/rossicci, i fianchi hanno piccoli blocchi scuri meno definiti. Quasi sempre è presente una striatura scura che congiunge l'occhio all'angolo della mandibola (vedi foto qui sopra). La sottospecie vertebralis presenta una colorazione tendente verso il rosso ed è per questo una delle più ricercate. Si tratta di una specie diurna e piuttosto arboricola (molto più di tutti gli altri Pituophis) che ama cacciare roditori ed uccelli, in natura si accoppia tra marzo ed aprile e depone le uova (massimo una dozzina) a inizio estate. I piccoli alla nascita misurano circa 30 cm.
P. melanoleucus (pine snake): più piccolo del precedente (max 170 cm) ha una colorazione estremamente variabile a seconda di quale delle 4 sottospecie si rinvenga. In generale si riconosce comunque facilmente dalle altre specie perchè, da adulto, la squama sopra all'occhio appare molto pronunciata e lo fa sembrare perennemente "arrabbiato". La colorazione tipica del P. m. melanoleucus è bianca con blocchi dorsali molto scuri. Le squame sono fortemente carenate conferendo al serpente un aspetto ruvido, il corpo è largo e massiccio. Il P. m. mugitus ha invece i blocchi dorsali marrone chiari, mentre nel P. m. ruthveni i blocchi mancano e la colorazione è di un marroncino poco definito. Il P. m. lodingi infine nasce con una colorazione da melanoleucus per poi divenire, durante la crescita, quasi totalmente nero. Questa specie è preferenzialmente diurna pur divenendo crepuscolare e notturna durante la calura estiva, caccia preferibilmente a terra, essendo anche un abile scavatore, nutrendosi di ogni sorta di roditori. Non disdegna comunque di arrampicarsi per predare i nidi ove fa incetta di nidiacei e uova. Il carattere è meno impulsivo della specie precedente, ma morde con maggior facilità.
P. sayi (bull snake): raggiunge e spesso supera i 2 metri presenta una colorazione di base gialla con blocchi dorsali scuri ben definiti che sono più netti vicino alla testa ed alla coda. A differenza delle altre specie descritte i blocchi dei fianchi sono ancor più scuri e definiti, come nel catenifer è presente una banda scura che unisce l'occhio alla mandibola, le squame però sono fortemente carenate. Colonizzano ambienti aperti con fitta copertura erbosa/cespugliosa ed utilizzano le tane dei roditori predati. Sono i più iracondi e mordaci del genere Pituophis. Non sono state descritte sottospecie.
Infine il P. deppei ed il P. lineaticollis sono i due messicani del gruppo (gli altri tre erano "made in USA"), poco diffusi nell'erpetocultura perchè la loro descrizione è recente, anche se sono i più belli. Ogni specie ha due diverse sottospecie. Mentre il deppei presenta una colorazione di fondo bronzo con blocchi dorsali scuri molto grandi e definiti, il lineaticollis è striato dalla testa al primo terzo del corpo. Il carattere è pessimo, essendo estremamente mordaci.

Il terrario: la vasca dovrà avere uno sviluppo orizzontale o al limite cubico ed essere proporzionata alla specie prescelta, se avete scelto un catenifer quindi dovrete eccedere un po' di più. Le dimensioni del terrario non dovrebbero comunque essere sotto il minimo di 80x60x70 cm (lu x la x al), poichè i Pituophis amano i climi secchi si potrà tranquillamente utilizzare il legno come materiale base (ricordate di fare abbondanti fori per l'areazione sui due lati). L'arredamento al solito dovrà prevedere un adeguato substrato di almeno 5 cm (non voglio entrare nel merito di questa eterna discussione, ma io uso sempre e solo torba che è estetica, antibatterrica e fortemente assorbente) in cui il serpente amerà infossarsi, un luogo in cui si possa appartare (se avete il pollice verde del fai-da-te sarebbe ideale approntare un doppio fondo a cui il serpente possa accedere, per mimare una tana) e qualche ramo su cui farà modeste arrampicate. Non dimenticate una ciotola per l'acqua da bere (siccome di solito non si immergono potrà essere di dimensioni contenute).
La temperatura ideale per il loro mantenimento è intorno ai 28°C, questa può essere facilmente ottenuta tramite uno spot a incandescenza o ad una piastra/cavetto riscaldante. E' comunque importante che solo un lato della vasca sia riscaldato in modo che il serpente possa scegliere se in quel momento desidera riscaldarsi o stare fresco. Di notte si lascerà tranquillamente scendere la temperatura a quella ambiente. In effetti, ad eccezione delle due specie messicane, i Pituophis vivono a latitudini con un clima simile al nostro per cui li si potrebbe tranquillamente allevare all'aperto. Come manutenzione suggerisco di rimuovere sistematicamente le feci (che nella torba formano una "palletta" facilmente asportabile) ogni volta che il serpente defeca e di cambiare tutto il substrato ogni 4 mesi. Se il serpente sporcasse qualche ramo farete meglio a sostituirlo piuttosto che a tentare di lavarlo.

Alimentazione: in questo caso serpente e "padrone" troveranno un accordo perfetto infatti la dieta di questi serpenti, anche in libertà, è costituita da roditori. Useremo quindi topi (pinkies e fuzzies per gli esemplari appena nati) e ratti (per gli adulti). I Pituophis sono costrittori per cui sanno "gestirsi" perfettamente la preda anche da viva, tuttavia, se avete il cuore tenero, sappiate che mangiano anche il morto (scorte surgelate quindi). Potrete integrare la dieta con uccelli (quaglie e pulcini) e con qualche uovo (ma devono essere freschissime se no non le accettano).
Questi serpenti sono estremamente voraci per cui non li si potrà nutrire a "richiesta" perchè mangerebbero in continuazione divenendo obesi. Di regola si fornirà un pasto abbondante ogni 5 giorni. Tenete conto che con "abbondante" si intendono due ratti o sei topi per Pituophis adulto (fate due conti e vedete se vi conviene!). Esemplari in muta e femmine gravide spesso non mangiano per cui non c'è di che preoccuparsi.

Riproduzione: come per tutti i colubridi è necessario far osservare un periodo di ibernazione ai riproduttori immettendoli in un piccolo recipiente riempito a metà con terra o torba inumidite (ove si seppelliranno) ed un recipiente con acqua (talvolta bevono anche durante l'ibernazione). La temperatura dovrà scendere a circa 10°C, sopportando anche temperature inferiori (ma mai sotto i 5°C se non per brevissimi periodi). Dopo 2-3 mesi i riproduttori andranno risvegliati e tenuti in teche separate per un breve periodo di "nutrizione intensiva". In seguito (dopo 3-4 settimane) li si metterà insieme e si osserveranno accoppiamenti ripetuti. Le femmine, una volta gravide, tendono a mostrarsi più aggressive e meno affamate per cui andranno lasciate tranquille e nutrite, se lo desiderano, a volontà. La gestazione dura circa 70 giorni, al termine si dovrà mettere nel terrario una scatola da deposizione piena per metà di torba umida o vermiculite e nascosta da qualche copertura che faccia sentire la partoriente al sicuro. A fine deposizione si recupererà la scatola con le uova facendo attenzione a non innervosire la "mamma". Le uova andranno mantenute umide, come temperatura basteranno 24°C (praticamente poco più della temperatura ambiente di una casa!), dopo circa 75 giorni si osserveranno le prime nascite che potranno continuare nei giorni successivi. I piccoli emergono dall'uovo con il sacco vitellino ancora attaccato alla zona "ombelicale", lo perderanno spontaneamente in pochi giorni. I piccoli potranno essere alloggiati tutti insieme perchè non esiste aggressività intraspecifica. Si noterà che i giovani sono molto nervosi e aggressivi: è proprio questo il momento per abituarli ad essere maneggiati per avere in seguito adulti docili (meglio il morso di un "soldo di cacio" che di un catenifer di due metri e mezzo!). Di fatto di solito dimostrano aggressività solo fintanto che non li si è presi in mano una volta estratti dal terrario si calmano subito.
L'aspettativa di vita media per questi serpenti è di 15 anni.



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