Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Chalcides ocellatus

Articolo e foto di Guido Fabrizio Li Vigni

Introduzione

bell'esemplare di Chalcides ocellatus

Prima che iniziate a leggere, voglio solamente ricordare che il Chalcides ocellatus è protetto dalla convenzione di Berna, quindi se si detengono animali selvatici senza documentazione di provenienza extraeuropea, ovvero di nascita in cattività, si va incontro a sanzioni, salvo permessi eccezionali: ad es. le associazioni erpetologiche possono ottenere questi permessi, almeno per periodi limitati. Le mie notizie qui riportate, sono frutto di osservazioni in natura e di un breve periodo (estivo) in cui ho allevato quattro esemplari per salvarli da una derattizzazione. I soggetti in questione li ho poi liberati nei pressi di un lago dove ho visto altri rappresentanti di questa specie, quando li reintrodussi in natura erano in perfette condizioni fisiche. Logicamente ho liberato anche i loro piccoli... un po' a malincuore!

Classificazione

Distribuzione

Questo splendido sauro è diffuso principalmente nel sud Italia e nel nord Africa. Più specificatamente si trova in Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia. In Africa è principalmente diffuso nella fascia nord del continente comprendente il nord dell'Egitto,il Marocco e la Tunisia. Si trova anche in Grecia e nelle isole minori di quest' ultima e in quelle della Sicilia.

Habitat

che colori!

Il Chalcides ocellatus, gongilo (o congilo), si rinviene specialmente in terreni sabbiosi con molti massi e poca vegetazione. Questo tipo di habitat rispecchia il deserto, ed è il posto ove, infatti, è più comune. Tuttavia non è raro incontrarlo in zone ricche di verde, ma l'importante è che ci sia molto sole ed un posto dove scavare. Per quest'ultimo fatto, il gongilo, come molti altri scincidi, è noto per l'abilità di "nuotare nella sabbia". Comportamento questo che consiste nel muovere le zampe velocemente (come per nuotare a stile libero) per infilarsi nella sabbia; una volta sotterrati, questi sauri ondeggiano imitando il movimento dei serpenti e "nuotano". Nonostante siano amanti dei climi secchi, i nascondigli in cui stazionano sottoterra sono per lo più freschi e umidi.

Comportamento in natura e in cattività

Chalcides ocellatus è un sauro estremamente adatto alla vita in cattività, anche se quando è in libertà, scappa fulmineamente alla vista dell'uomo, o di un potenziale predatore.
Per quello che ho potuto osservare io, non mi sembra che questo sauro abbia abitudini solitarie: in un sito di cattura ho trovato 2 esemplari sotto uno stesso masso (era inverno ed erano in letargo). Inoltre, sempre d'inverno, ho rinvenuto 3 esemplari -ognuno in una tana diversa- su una superficie di soli 16m2.
Sia in libertà che in cattività questo sauro si mostra molto socievole e fiducioso, tuttavia ama la sua 'privacy' e fa di tutto per non essere disturbato. Non è per niente aggressivo: ogni qualvolta ho avuto la necessità di maneggare un esemplare, non ho mai notato tentativi di mordere. Questa sorta di "rifiuto alla violenza", l'ho riscontrato in moltissimi altri scincidi.

I Chalcides ocellatus sono degli animali agili che si muovono serpeggiando se devono scappare, e che usano le zampe solo per muoversi lentamente sul terreno, ad esempio per cacciare qualche insetto.
In cattività li ho visti avventurarsi, se pur con qualche difficoltà, ma senza alcun timore, in tentativi di arrampicata, non solo sui rami per prendersi il sole, ma anche sulla parete di fondo della loro teca dove c'erano attaccate delle cortecce. Si aiutavano nella scalata appoggiandosi a pezzi sporgenti, e alla fine riuscivano sempre nel loro intento, salvo qualche caduta maldestra senza conseguenze.
Come nascondiglio usano sotterrarsi, se il terreno lo permette (sabbia di mare o terra soffice vanno egregiamente). Se si trovano su terreni difficili da scavare, poche volte tentano di infossarsi, utilizzando pietre, rami e tronchi abbattuti come rifugi. Una condizione fondamentale per evitare loro ogni stress è il fatto di avere rifugi che li facciano sentire completamente coperti e che 'pesino' sulle loro spalle: i rifugi 'leggeri' non sono considerati sicuri.

Morfologia

femmina adulta gravida

Il gongilo raggiunge dimensioni ragguardevoli rispetto agli altri sauri italiani: 20-30cm di lunghezza. In un esemplare di Sicilia lungo 19,5 cm, ho riscontrato un peso di 40g. Gli esemplari della Sicilia, infatti sono i più grandi, mentre sono più piccoli quelli della Grecia e dell'Africa.
Il colore di fondo del dorso in tutti gli esemplari dell'areale, non varia ed è marrone. Il colore appare molto più chiaro dopo che hanno fatto una muta. Sul ventre la colorazione è assolutamente uniforme ed è bianco-giallastro. Tutto il dorso è macchiettato di rettangolini neri, con all' interno degli ocelli bianchi. Da qui il nome latino della specie. Il nome del genere, invece, significa sardina e pare che già i romani chiamassero così questo sauro.

Le zampe sono piccole e lontane tra loro come di norma tra tutti gli scincidi, munite di cinque dita con grosse unghie adatte allo scavo. Negli esemplari greci ed africani pare che la coda sia lunga quanto o addirittura più lunga del resto del corpo. Nei numerosi esemplari da me osservati in Sicilia, non ho mai trovato un esemplare con una coda così lunga, salvo uno che comunque l'aveva comunque di un centimetro più corta della distanza muso-cloaca.

La testa mostra degli apparati auricolari non molto grandi, ma visibili. Infine la lingua è di colore blu-nero sulla prima metà (quella che viene tirata fuori quando annusano l'aria), ma rosa nella parte retrostante.
La prima volta che ho preso un gongilo in mano, sono rimasto sorpreso per quanto possente e muscoloso fosse. Se lo si trattiene stringendolo a metà del tronco, lo si vedrà agitare con movimenti sinuosi la parte anteriore, a destra e a sinistra. In queste condizioni potrebbe sfuggire di mano e cadere per cui, nel caso, evitate accuratamente di trattenerlo in questo modo errato.

Alimentazione

L'alimentazione, anche in cattività, non è un problema. Infatti, il Chalcides ocellatus non mangia solo insetti, ma anche cibi inerti. Gli insetti utilizzabili sono innumerevoli: grilli, tarme, larve di mosca, lombrichi, limacce, scarafaggi, mosche, farfalline e falene. Ci sono anche molti altri insetti che non ho menzionato, ma che sicuramente i nostri interessanti animali gradiranno. Tra i cibi inerti vanno bene: gamberetti essiccati per tartarughe, artemie saline, carne e salumi freschi (!), naturalmente questi ultimi, anche se graditi, sono da evitare per l'eccessivo contenuto di grassi. Anche frutta e verdura sono ben accetti.
Ricordo di non somministrare mai latticini ai rettili, dato che non sono in grado di digerire il galattoso.

Di fronte all'alternativa tra un pezzo di carne ed un insetto comunque sarà sempre quest'ultimo ad essere scelto. Infatti accettano di mangiare cibi inerti solo dopo alcuni giorni di digiuno.
L'acqua è indispensabile e deve essere sempre presente in una ciotola, e se qualche volta si nebulizza i terrario, di certo i gongili lo apprezzeranno. Con le comuni lucertole e gechi, ho sempre provato a dare bevande "alternative", come succhi di frutta, e devo dire che sono sempre apprezzati. Questo accade anche con i C. ocellatus. Incontrerete, comunque, esemplari che accetteranno certe cose (anche non nominate da me), e altri che rifiuteranno cose che la stragrande maggioranza di esemplari mangiano. Faccio notare che i sauri sono molto golosi di dolciumi: mi è, infatti, capitato di vedere in libertà lucertole intente a leccare caramelle, pezzi di lecca lecca e addirittura gomme da masticare, oltre che gelato dalle carte dei cestini dei rifiuti nei parchi.
Molti animali mostrano di avere dei gusti e delle preferenze proprio come noi. Anzi direi che tra i sauri in particolare c'è ne sono alcuni molto cocciuti e con gusti "raffinati". Tra questi, fortunatamente, non si possono includere i gongili!

In natura, credo che le "sardine ocellate" mangino limacce, scarafaggi, cavallette e porcellini di terra. Non sono sicuro al 100%, ma questi insetti appena menzionati, sono quelli più comuni che ho riscontrato proprio nei pressi delle tane dei gongili.
Ultima cosa dell'alimentazione sono le vitamine: se le prede sono varie ed integrate con specie selvatiche, l'aggiunta di vitamine non è così indispensabile. Tuttavia quando le prede sono sempre le medesime è meglio integrare la dieta mettendo 2-3 volte a settimana un buon complesso multivitaminico nell'acqua o nel cibo. Anche il calcio in polvere è un utile integratore. Questo dovrà essere offerto ogni giorno ai piccoli, ma solo un paio di volte a settimana agli adulti. Le vitamine, comunque, possono anche essere utili nei periodi di convalescenza come ricostituenti per soggetti debilitati.

Allevamento in cattività

Il Chalcides ocellatus sopporta di buon grado la cattività. Si adatta velocemente all'uomo e al terrario. Molti dicono che si può tenere anche in spazi relativamente piccoli, ma personalmente lo sconsiglio. Per una coppia adulta, penso che non si debba scendere al di sotto dei 60 cm di lunghezza e 30 cm di larghezza. Ricordandosi che sono degli scavatori e che quindi hanno bisogno di un substrato in sabbia o terra di almeno 5-10 cm, si deve quindi calcolare di non scendere sotto i 30 cm di altezza della teca.
Il terrario si può fare in vetro, in legno o in qualsiasi altro materiale. L'importante è che ci siano molte prese d'aria.

Temperatura ed umidità: durante il giorno la prima dovrebbe raggiungere massimo i 40°C sotto il punto di basking, e circa 30° nel resto del terrario. L'umidità invece dovrebbe rispecchiare quella tipica della macchia mediterranea, e quindi mantenersi sul 40%, massimo 50%.
Molti rettili hanno bisogno di tre lati della teca coperti per non sentirsi osservati. Con i gongili non c'è questo bisogno. Sarebbe sempre meglio coprire parte del terrario i primi tempi per l'adattamento, ma una volta superato questo periodo (per il più timido servono 2 settimane), gli esemplari saranno assolutamente naturali nei loro comportamenti.
I piccoli esemplari possono essere tenuti nei fauna-box, fino a quando non diventeranno abbastanza grandi per il terrario.

Come arredamento, oltre il fondo scavabile, si dovrebbe mettere qualche corteccia rovesciata come tana improvvisata, qualche ramo grosso e qualche pietra per movimentare l'ambiente. Ho detto " tana improvvisata" perché se scappano da un nostro movimento brusco, subito andranno sotto queste tane. Mentre invece il loro vero "letto", è sotto la sabbia. La notte, infatti, la passano sotterrati. Fanno così anche molti altri scincidi, come gli Eumeces sp. C'è un'altra analogia che ho trovato con gli Eumeces, e cioè quella di scavarsi delle tane, dove possibile. Terreni che lo permettono sono la terra, ma non di certo un substrato costituito da pezzi di corteccia. E poi il substrato ha bisogno di essere bagnato, ma non fradicio. La prima tana che scoprii fu sotto la ciotola dell'acqua.

Cambiando argomento, è ormai certo che nei rettili e negli anfibi in cattività, più l'arredamento è vario, pieno di tane, di svaghi e di cose naturali, tanto più il loro stato psicologico è buono. Inoltre, maggiori sono le tane, maggiore sarà il tempo in cui i nostri animali saranno in vista. Prima dovranno conoscere bene i vari nascondigli, e poi sentendosi al sicuro da qualsiasi pericolo, staranno molto tempo attivi e voi li potrete osservare durante i comportamenti più belli e interessanti.

Da un lato del terrario è bene disporre due sottovasi o altri contenitori abbastanza grandi da non essere rovesciati, nei quali porre acqua e cibo (e credetemi che i gongili sono davvero dei distruttori d'arredamento).
Sui due lati del terrario, vanno fatte delle prese d'aria. La regola generale è fare dei buchi in basso da un lato, e nel lato opposto farli in alto. Questo perché dalle prese d'aria in basso entra l' aria fresca e pulita, mentre da quelli in alto dell'altro lato, esce l'aria calda. I fori si possono fare in svariati modi: uno può essere semplicemente fare dei buchi col trapano (quest' ultima cosa in un terrario in legno, con quello in vetro si dovrà usare la punta in diamante); un altro metodo è quello di mettere delle griglie in rete fine dopo aver asportato una porzione di legno. Le misure di queste griglie possono essere 15 cm x 8-10 cm. Una nota importante è quella di non fare buchi abbastanza grandi da consentire la fuga degli insetti (per non parlare dei nostri rettili).

Altro discorso fondamentale riguarda l'illuminazione ed il riscaldamento. Innanzitutto, bisogna menzionare una regola per quanto riguarda la posizione della lampada riscaldante (di tipo spot, e che non scenda sotto i 60 W): mettiamo caso che il lato con i fori in basso sia il destro, allora da questo lato si metterà la lampada riscaldante che sia diretta su qualche pietra e/o ramo. Per quanto riguarda il benessere dei nostri rettili, sarebbe sempre meglio aggiungere anche un neon a raggi uv-a/b.p>

Sarebbe comunque meglio tenere in cattività questi animali per poco tempo. Un alloggio di fortuna e completo di tutti gli optional potrebbe consistere in una scatola con pareti alte e magari inclinate verso l'interno, da posizionare sul balcone. Sicuramente dovrete fare in modo da prevenire un eventuale "colpo di sole", fornendo uno spesso substrato in cui scavare (da mantenere leggermente umido) e tenendo un lato del contenitore perennemente all'ombra; dovrà essere inoltre presente una vasca con dell'acqua. Ultima informazione, ma non meno importante: il vetro filtra i raggi uv-b e, in maniera minore, gli uv-a, quindi un'eventuale lampada UV dovrà essere collocata entro il terrario senza alcun vetro di protezione.

Riproduzione e cura dei piccoli

i piccoli all'ora della 'siesta'

Chalcides ocellatus è un animale ovoviviparo. Pertanto non sono necessarie incubatrici. Dato che il dimorfismo sessuale non esiste, sarebbe meglio avere un gruppo di esemplari (comunque non più di 5). All'interno del gruppo si potrà cercare di identificare i maschi in base alle solite caratteristiche: capo grosso e un po' più lungo, e rigonfiamento alla base della cloaca, per la presenza degli emipeni. Gli accoppiamenti si svolgono durante tutto l'anno, ovviamente, se nel terrario si manterranno, anche d'inverno, i 30°. L'amplesso inizia con l'inseguimento della femmina da parte del maschio. Se la femmina sarà ricettiva, dopo qualche inseguimento si concederà al compagno.
Se l'accoppiamento è andato in porto, dopo qualche settimana vedrete gonfiare la pancia della madre smisuratamente. A questo punto è ora, io consiglio, di metterla in un terrario a parte o anche in una semplice vasca fauna-box abbastanza grande (22 litri), in cui la femmina in cinta potrà partorire in tranquillità. Il fauna-box personalmente l'ho arredato nel seguente modo: carta di giornale o erba sintetica sul fondo, una tana, una ciotola per l'acqua e una per il cibo nella quale dovrete porre insetti in abbondanza, arricchiti di calcio e vitaminizzati. Da questa preziosa ciotola, la femmina in cinta attinge sostanze nutrienti per i piccoli, ma non mangerà più in prossimità del parto.

In media vengono partoriti da 3 a 9 piccoli, ma la mia femmina ne fece ben 13. Questi, i primi due giorni, non hanno avuto la necessità di mangiare (sazi del sacco vitellino che avevano appena riassorbito). Il terzo giorno ho provato a dare delle Drosophyila melanogaster, ma non mi sembra siano state accettate. Perciò, ho optato per piccole tarme della farina (lunghe quasi un centimetro), che sono state subito accettate. Se avete anche la possibilità di somministrare grilli appena nati, è meglio. L'acqua la potete tranquillamente nebulizzare in un angolo preciso della vasca. Per quanto riguarda la somministrazione di calcio e vitamine, io consiglio di mettere le vitamine liquide nell'acqua da bere, mentre il calcio va spolverato con parsimonia sul cibo.

a spasso

E' importante separare la madre dai piccoli. La vasca per i piccoli potrà essere la stessa della madre, in cui però dovrete apportare qualche modifica. Io ho optato per il seguente arredamento: nessun substrato, e perciò bisognerà spostare i piccoli momentaneamente per pulire il fondo, una volta a settimana; poi ho messo due piccoli contenitori bassi come i tappi dei barattoli del miele; infine una tana usando un pezzo di corteccia rovesciato. La sera tutti i gongili dormivano sotto questa tana ammassati uno sopra l 'altro, creando un groviglio lucente. Alla somministrazione quotidiana del cibo, ho sempre tolto momentaneamente la corteccia, cosicché anche i gongiletti più timidi avessero la possibilità di mangiare.
L'illuminazione per i piccoli non deve essere troppo forte. Si può usare sempre la solita lampada spot da scrivania, che dovrà essere messa sopra il coperchio e non dentro la vasca. In piena estate il wattaggio massimo di questa lampada non dovrà superare i 40 Watt. Meglio quelle da 25. Ultimo consiglio: attenzione che i neonati sono molto delicati in quanto a struttura fisica: 8 cm di lunghezza un giorno dopo la nascita, con un "micropeso" di 1-2 grammi!

Conclusioni

Concludo questo articolo dicendo prima di tutto che il Chalcides ocellatus è un animale bello, interessante, docilissimo e facile da tenere e riprodurre in cattività. Purtroppo la bibliografia che riguarda questo bello scinco è davvero scarsa, compreso quella straniera, e pertanto spero di aver tappato qualche 'buco' della nostra conoscenza di appassionati terrariofili con questo mio articolo.